Ecco l’Accademia Carrara del futuro
«Capolavori in prestito e lirica in mostra»

Maria Cristina Rodeschini confermata direttrice fino al 2022. «Una grande esposizione ogni due anni e avanti con lo studio delle collezioni».

Altri tre anni alla guida dell’Accademia Carrara. Il Cda della Fondazione che regge le sorti della pinacoteca ha rinnovato la fiducia alla direttrice Maria Cristina Rodeschini. «Sono contenta – dice –, in questo modo metteremo a frutto il lavoro fatto nel triennio precedente, in particolare nei rapporti con le istituzioni internazionali. Alla fine del prossimo anno raggiungerò l’età della pensione ma questo non mi impedirà di continuare la mia collaborazione professionale con la Fondazione Accademia Carrara».

Il team sarà lo stesso che l’ha affiancata in questi anni, con i conservatori Valagussa e Plebani e il responsabile operativo Bonaldi?
«Sì, siamo in pochi rispetto al lavoro che produciamo ma il team è dinamico e rodato. C’è una questione di sostenibilità economica che va considerata. Non possiamo fare passi più lunghi della gamba ma lavoreremo su nuove idee».

A proposito di conti, le risorse erogate dai soci della fondazione si sono ridotte, mentre crescono gli sponsor per i singoli eventi. Questo la preoccupa?
«Il sostegno dei privati è fondamentale, pur potendo contare anche su risorse pubbliche. I privati sostengono l’attività del museo e le esposizioni. Sono felice di poter dire che il prossimo anno avremo tre nuovi ingressi nella compagine sociale, che garantiranno fondi per tre anni, a differenza delle sponsorizzazioni che normalmente riguardano singoli progetti».

Come state a visitatori?
«Bene. Viaggiamo su una media di 54 mila l’anno, senza contare le grandi mostre. Quella dedicata a Raffaello, ad esempio, è stata vista da 72 mila persone e una buona parte ha visitato anche il museo. Gli stranieri – francesi, spagnoli e tedeschi – sono in aumento, soprattutto nei mesi estivi».

Risolti i problemi di infiltrazioni e di dispersione del calore in alcune sale?
«Abbiamo fatto gli interventi necessari per eliminare le infiltrazioni che erano comunque di poco conto. Nei prossimi due anni vedremo di risolvere anche la questione che riguarda il riscaldamento e l’isolamento di alcune sale».

Pensate di rendere fruibili gli spazi esterni come il bel giardino che arriva sin sotto le Mura?
«Per la mostra dedicata a Peterzano al via in febbraio useremo l’area tra la Carrara e la Scuola, un primo esperimento per valorizzare quello spazio.Il giardino è bellissimo e bisognerà metterci mano ma è un lavoro complesso, ci sono problemi di sicurezza oltre che di manutenzione che vanno affrontati insieme al Comune».

Il sindaco Gori ha annunciato una mostra sul melodramma.
«Ogni due anni abbiamo previsto una grande mostra. Una cavalcata dal Quattrocento all’Ottocento. Raffaello nel 2108, Peterzano nel 2020 , il melodramma nel 2022. Il tema è di grande fascino, siamo noti nel mondo per la lirica. Sarà un progetto fortemente legato al territorio e promosso in stretta collaborazione con la Fondazione Teatro Donizetti. Parleremo di Gaetano Donizetti, di musica, arte e letteratura. Il pubblico sarà portato a immergersi in un contesto culturale ampio e multiforme».

Proseguiranno le collaborazioni con i grandi musei ?
«Certamente. Sono relazioni che vengono da lontano e le porteremo avanti. Proseguiremo con la serie dei protagonisti della pittura europea. Dopo Van Dyck il prossimo anno avremo in prestito dal Rijksmuseum di Amsterdam un Rembrandt e nel 2021 un Velasquez dal Prado, due capolavori assoluti intorno ai quali costruiremo un racconto».

Dopo il catalogo scientifico dedicato alle opere del ‘300 e del ‘400 come proseguiranno gli studi sulle collezioni del museo?
«Tengo molto alla ricerca scientifica. Proseguiremo con il catalogo sulla pittura del ‘500 in area veneta per il quale ci vorranno tre anni di lavoro, parliamo di 200 dipinti da studiare. E nel 2021 uscirà il catalogo scientifico sulla collezione di Federico Zeri».

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