Ex Reggiani, serve un concorso di idee per il recupero dell’area industriale

È la richiesta dei residenti: «Non subisca lo stesso destino di altre zone dove è sparito il verde». Andrebbe ripensato l’incrocio tra via Corridoni e via Leone XIII.

Un concorso di idee per il recupero dell’area Reggiani permetterebbe di trovare la destinazione più interessante per l’ex fabbrica. Le tematiche relative al consumo di suolo e agli edifici abbandonati toccano anche Redona. In occasione dell’incontro organizzato dall’Amministrazione comunale per discutere il nuovo Piano di governo del territorio, i residenti hanno sottolineato come negli ultimi anni sono nate parecchie costruzioni e anche oggi in zona sono aperti importanti cantieri per nuovi edifici.

Consumo di territorio

«In quanto a consumo di suolo, crediamo che il territorio di Redona sia già stato ampiamente utilizzato e auspichiamo che il processo sia ritenuto concluso – commentano gli abitanti –. Altre aree, come l’ex Reggiani, non devono subire lo stesso destino, in modo da salvaguardare la parte di verde. Sarebbe interessante lanciare un concorso di idee, a seguito di un percorso partecipativo che coinvolga i cittadini sulla destinazione dell’area».

L’ex Reggiani viene giudicata strategica per alleggerire i flussi di traffico che attraversano il quartiere e in particolare via Corridoni. In futuro potrebbe ospitare, senza esagerare nelle volumetrie e nelle altezze, attività imprenditoriali, commerciali, di ristorazione e co-working, ma anche alloggi a canone calmierato e spazi dedicati al sociale e alla cultura con una biblioteca.

Le altre trasformazioni urbane

Al centro dell’attenzione ci sono anche le altre trasformazioni di complessi industriali, tra opportunità e criticità. «Oggi l’attenzione è puntata sull’area ex Ote, dove sta sorgendo il “Chorus Life” e sul progetto “Redona Centro”, che prevede la costruzione di numerose abitazioni, a discapito del verde – proseguono dal quartiere –. Il nuovo Pgt deve cercare di tenere collegate parti del quartiere, dal parco Turani al Goisis, magari pensando anche all’interramento della circonvallazione».

Per non consumare ulteriore suolo vanno insomma recuperate le aree già costruite, compresi i capannoni su via Correnti, l’ex caserma Corridoni, gli ex Filati Lastex, così come i caselli ferroviari di via Negrisoli e via Martinella.

La viabilità da rivedere

Dal punto di vista viabilistico, il problema è caratterizzato dal traffico veicolare, ritenuto eccessivo soprattutto negli orari di punta. Secondo i residenti va ripensato l’incrocio tra via Corridoni e via Leone XIII con l’obiettivo di diminuire le code. Si potrebbero inoltre studiare sovrappassi per collegare in sicurezza il quartiere e creare una continuità tra piste ciclabili, a oggi troppo spezzettate. Un potenziamento del trasporto pubblico e della mobilità condivisa permetterebbe di alleggerire il numero di veicoli che quotidianamente attraversano Redona, con il risultato di una maggiore sicurezza anche per quanto riguarda gli attraversamenti pedonali. «Secondo la filosofia dello scienziato Carlos Moreno, ideatore del concetto di “città in 15 minuti” – proseguono gli abitanti –, i cittadini dovrebbero poter raggiungere a piedi o in bicicletta in un quarto d’ora qualunque luogo faccia parte della vita quotidiana: lavoro, divertimento, servizi, scuola, ecc. Per come è definita oggi, via Leone XIII è molto pericolosa soprattutto per i bambini che la considerano una piazza pedonale, ma le macchine sfrecciano ad alta velocità».

Polo civico aperto a tutti

Per quanto riguarda il verde, oltre al boschetto dell’ex Reggiani, occorre salvaguardare la cintura verde di Bergamo e l’area di via Martinella, così come il Parco dei Colli e le zone pedo-collinari. I residenti suggeriscono di valorizzare anche i percorsi delle rogge, da ripopolare e arricchire nella flora e nella fauna, rendendoli accessibili al pubblico, così come è importante la creazione di orti urbani.

«Le scuole di quartiere potrebbero essere utilizzate durante il periodo estivo per attività di intrattenimento dei bambini, così come bisogna pensare a una casa della salute sul territorio, con un ambulatorio a disposizione dei cittadini e l’offerta di servizi comunali di prossimità – concludono i residenti –. Serve poi una particolare attenzione ai giovani, con un ampliamento degli spazi sportivi in zona e di aggregazione all’Edoné. Un polo civico aperto a tutti e un laboratorio musicale, uniti alla possibilità di organizzare eventi e momenti culturali nelle piazze e nei parchi, rivitalizzerebbero il nostro quartiere».

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