Fegato nuovo per una bambina di 13 mesi
Il trapianto eseguito al Papa Giovanni

Trapianto tra giovedì e venerdì con la tecnica dello «split».

Una bimba di appena 13 mesi, di origine serba è stata sottoposta a un trapianto di fegato, con la tecnica dello split (l’organo del donatore viene diviso e trapiantato su due persone diverse), nella notte tra giovedì e venerdì all’ospedale Papa Giovanni XXIII. È il terzo bambino che ha ricevuto un fegato nuovo a Bergamo in meno di 10 giorni. La piccola al momento del trapianto era stata giudicata in condizioni critiche: l’annuncio di un nuovo fegato compatibile è arrivato nella giornata di giovedì ed è subito scattato il meccanismo per la procedura di prelievo e trapianto. Un’équipe tutta al femminile, composta dalle dottoresse Michela Guizzetti, Annalisa Amaduzzi e Valentina Messina è partita da Bergamo verso Potenza, per il prelievo: grazie a due donatori lucani, un uomo e una donna, deceduti all’ospedale San Carlo, altre persone potevano essere salvate. Qui, infatti, un uomo di 57 anni morto per emorragia cerebrale ha donato cuore, fegato, reni e cornee e una trentanovenne, anche lei decedute per emorragia cerebrale, ha donato reni e fegato». «Un ringraziamento – ha evidenziato il commissario dell’Azienda ospedaliera San Carlo, Rocco Maglietta – va alle famiglie dei due donatori che hanno autorizzato l’espianto in un momento così difficile». A Bergamo il trapianto sulla piccola di 13 mesi è stato eseguito da Michele Colledan, direttore del Dipartimento funzionale Insufficienza d’organo e trapianti e da Guido Costa, con gli anestesisti Pietro Brambillasca e Magda Kokotcholava.

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