Focolaio Covid a Bergamo, tamponi per tutti gli alunni della scuola primaria di Monterosso

Sei classi in quarantena, in isolamento una sezione dell’infanzia e il gruppo del posticipo. Ats estende i controlli agli studenti dell’intero istituto.

Contenere al massimo il contagio. Il monitoraggio sulla scuola primaria «Papa Giovanni» di Monterosso, al centro di un focolaio rispetto a cui si sta anche cercando di verificare l’eventuale presenza della sottovariante «Delta plus», si fa ancor più approfondito: verranno sottoposte a tampone anche le classi non in quarantena, come confermato dall’Ats di Bergamo. Test per tutta la scuola elementare, in sostanza: «Sono contenta che sia stata presa questa decisione – commenta Barbara Mazzoleni, dirigente dell’Istituto comprensivo Camozzi a cui fa capo la scuola –. Auspico che i test vengano estesi anche alla scuola dell’infanzia».

Dopo le prime quattro classi finite in quarantena nei giorni scorsi, attraverso una circolare la scuola ha aggiornato le famiglie spiegando che da ieri «sono state messe in quarantena anche le due classi seconde», mentre da oggi l’isolamento scatta anche per «una sezione dell’infanzia Monterosso e per il gruppo degli alunni dell’infanzia che frequenta il posticipo fino alle 16,30». «Ricordiamo di porre attenzione al rispetto di tutte le misure necessarie al contenimento del contagio – rimarca l’Istituto comprensivo –. A questo si aggiunge un’attenzione particolare da riservare a tutti gli eventi sociali dei prossimi giorni, soprattutto quelli in luoghi chiusi. È necessaria la responsabilità personale di tutti. Una raccomandazione particolare: chi viene sottoposto a tampone deve rimanere in isolamento fiduciario fino al ricevimento dell’esito».

Come un anno fa, certo con numeri più bassi, la popolazione scolastica resta sotto la lente. A maggior ragione, perché fino ai 12 anni non ci si può vaccinare, e dunque il contagio inevitabilmente è più facile. La conferma, appunto, è condensata nel report settimanale dell’Associazione italiana di epidemiologia (Aie), redatto su dati forniti dalla Regione: l’incidenza più alta di positivi è nei bambini tra i 6 e i 10 anni, con valori vicini alla soglia dei 50 casi settimanali ogni 100mila persone di quell’età, pur con una tendenza di discesa; nell’ultima settimana analizzata, quella tra l’11 e il 17 ottobre, è aumentata l’incidenza nei bimbi tra i 3 e i 5 anni, anche in questo caso con valori vicini a quota 50.

Più si alza l’età, una volta entrati nella possibilità di vaccinarsi, e più si riduce la circolazione virale: tra i minorenni la fascia anagrafica con l’incidenza più bassa è appunto quella dei 14-18enni, attorno a quota 25; tutte le fasce d’età dei maggiorenni hanno valori d’incidenza inferiori ai 30 casi settimanali ogni 100mila abitanti, con i 70-79enni addirittura a quota 10. «L’aumento della vaccinazione della popolazione generale si riflette sulla riduzione della circolazione virale anche in ambito scolastico e nelle classi d’età inferiori ai 12 anni – ha sottolineato ieri la Fondazione Gimbe presentando uno studio sul virus nelle scuole –, non ancora eleggibili per la vaccinazione, nelle quali l’incidenza di contagio per 100.000 abitanti è in riduzione nonostante la ripresa delle attività scolastiche. L’inizio della stagione autunnale, accompagnata dalla presenza di persone non ancora vaccinate, impone tuttavia di agire ancora con la massima prudenza».

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