Furto di cipressi a Torre Pallavicina
Erano stati donati alla chiesina tra i campi

Nella notte tra sabato e domenica hanno rubato gli ultimi due cipressi, degli iniziali cinque donati dal giovane agricoltore Nazzareno Samuel Ferro alla chiesetta di Santa Maria Assunta, situata a Cascina Campagnola a Torre Pallavicina, lungo la strada comunale di via Fontanella.

La piccola chiesa, ancora oggi consacrata, fu costruita nel 1860 per permettere alle famiglie dei contadini che vivevano nei dintorni di partecipare alla Messa nei periodi in cui il lavoro era troppo per riuscire a raggiungere la chiesa parrocchiale.

«Il cipresso – racconta Ferro, 38 anni, titolare della dell’azienda agricola zootecnica Ferro – è simbolo di immortalità, emblema della vita dopo la morte, elegante e silenzioso custode dei luoghi sacri. Per questo, a febbraio 2018 avevo deciso di regalarne cinque a questa chiesetta di proprietà della parrocchia di Torre Pallavicina, piantumandoli io stesso lungo la riva del campo di mia proprietà, con l’obiettivo di incorniciare la piccola chiesa di campagna, a cui sono legato da sempre, visto che abito a poche centinaia di metri di distanza».

Un dono, che, però, qualcuno ha voluto sottrarre a tutta la comunità. «Il 30 ottobre scorso – spiega l’agricoltore –, il primo furto di un cipresso. Altri due sono stati rubati la notte tra il 20 e il 21 febbraio di quest’anno. E gli ultimi due qualche giorno fa. Il fatto che li abbiano rubati un po’ alla volta e che li abbiano estirpati con cura mi fa pensare che non sia uno scherzo, ne uno sgarro nei miei confronti, perché in quel caso avrebbero potuto solamente danneggiarli o farli cadere nel canale. Forse li ha presi qualcuno che se li vuole mettere in giardino o magari rivenderli». L’intento dell’agricoltore di abbellire il piccolo luogo di culto situato nelle campagne di Torre Pallavicina, aveva anche ottenuto il benestare dell’amministrazione comunale.

«Volevo valorizzare – continua Ferro – questo luogo di preghiera, che viene utilizzato anche per celebrare la Messa durante il mese mariano, sempre molto sentita e partecipata, e in cui i viandanti porgono spesso, con tanto affetto, fiori di campo quando vengono a visitarlo. Ovviamente, prima di posizionare i cipressi, nonostante fosse una sponda del canale di mia proprietà, ho chiesto al tecnico comunale l’autorizzazione e tutto è stato fatto a norma di legge». Anche il parroco del paese si dice triste per l’accaduto. «Mi dispiace molto – dichiara don Silvio Soldo – per quanto successo, perché i cipressi abbellivano la chiesetta e per il poco rispetto che chi ha compiuto questo gesto ha avuto per un luogo legato alla devozione popolare e che riguarda tutta la comunità». Ferro, però, non si da per vinto. «Non sono arrabbiato – conclude l’agricoltore –, ma solo deluso e dispiaciuto per il gesto, perché volevo che i cipressi fossero custodi di un luogo sacro. In ogni caso li ripianterò, ovviamente con un altro sistema e facendo in modo che per rubarli stavolta serva per forza un escavatore. Ho già chiesto aiuto a un giardiniere per farmi consigliare e a breve provvederò a ripiantumare i cipressi proprio nello stesso esatto punto dove sono stati rubati».

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