Gori avanti nella sfida dei social
Ma Stucchi recupera terreno

Monitoraggio sulla comunicazione virtuale dei candidati. Il sindaco conquista quasi 30 mila «beats», centrodestra fermo a 15 mila

Un tempo era un rito di iniziazione per giovani candidati: passare le notti armati di secchiello e pennello a riempire i tabelloni elettorali con faccioni e sorrisi a trentadue denti. Quest’anno, a una settimana dal voto, gli spazi sono mezzi vuoti perfino in luoghi ambitissimi come il Sentierone, in centro a Bergamo. È la dimostrazione che qualcosa è cambiato, che le campagne elettorali non si giocano più (solo) nelle strade delle città, ma anche nelle strade infinite della Rete. Post, foto, video in diretta, commenti, botta e risposta, meme e tanto altro: le strategie sono tante, cambiano di continuo, e sono molto difficili da seguire.

La priorità sembra essere il «tutto e subito». E così capita che una polemica non superi le due ore, tra il lancio e la controrisposta. Funziona così, e per stare al passo è indispensabile controllare in continuazione i social network. Vale per i cronisti che seguono la campagna elettorale, per i candidati delle liste, e anche per i cittadini. Il rischio, spesso sottovalutato dagli sfidanti, è dare per scontato che un «normale» elettore sia onniscente. Non è così, anzi, spesso il risultato di questa convinzione errata è che prevalgano disordine e disinformazione.

Abbiamo provato ad analizzare l’impatto social dei quattro candidati in campo per il Comune di Bergamo. Il report è stato realizzato da Socialbeat, startup bergamasca che si occupa di intelligenza artificiale applicata al media monitoring, grazie ai dati dell’ultimo mese e mezzo: like, condivisioni, commenti, post generati dalle pagine ufficiali dei candidati oppure citazioni dei singoli utenti, fino alle visualizzazioni dei video postati su Instagram. Il risultato, inequivocabile, è il primato del sindaco uscente Giorgio Gori che è riuscito a sfruttare la popolarità social costruita negli anni e il lavoro di uno staff dedicato alla campagna. Il valore assoluto dei beats (like, commenti e share sia di post ufficiali, sia a notizie collegate) a sostegno del sindaco è pari a 29.846, lo sfidante Giacomo Stucchi è a quota 15.687, Francesco Macario di Bergamo in Comune 6.588 e infine Nicholas Anesa del Movimento 5 Stelle con 6.294. Togliendo i beats generati dalle notizie pubblicate dai giornali, il puro impatto social delle pagine ufficiali dei due candidati principali è così distribuito: Giorgio Gori 14.311 beats, Giacomo Stucchi 5.452, ma con il candidato del centrodestra che nonostante il ritardo è riuscito a ritagliarsi molti spazi grazie anche a un paio di repost «pesanti» di Matteo Salvini.

Fino a qualche anno fa la classifica veniva stilata con il numero dei like in dote alle pagine ufficiali, ma nel 2019 questa metrica non ha più senso come indicatore di popolarità. La vera domanda è: quanto possono essere rilevanti i social in una campagna elettorale? Ci sono ancora pochi studi per stabilire se questa comunicazione abbia un effetto diretto nelle urne. E di sicuro non può essere considerato un sondaggio.

Un effetto, ma indiretto, a dire il vero c’è ed è molto potente: l’ascolto. I social, e le azioni di tutti i candidati bergamaschi lo dimostrano, servono soprattutto all’analisi di commenti e reazioni, ben oltre il dato dei followers. Ecco allora perché quando cresce il volume su un determinato argomento, come la sicurezza, la mobilità oppure un caso molto più specifico come la riqualificazione di piazza Risorgimento o dello stadio dell’Atalanta, si attivano gli staff della comunicazione per lanciare post, organizzare un incontro sul posto, oppure prepararsi a una replica ancor prima che l’avversario lanci la polemica. È il bello della politica 4.0, non molto diversa dalla politica 0.1. Vince chi urla di più? Solo il voto può dare una risposta.

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