«Grazie Matteo, cinque persone
vivono grazie al tuo grande dono»

Cinque vite salvate grazie agli organi donati da Matteo Ferrari, 18 anni, dopo l’assurda morte sulla Cremasca, insieme all’amico Luca Carissimi, 21 anni.

«Il 4 e il 5 agosto, a seguito di incidente, a distanza di un giorno l’uno dall’altro morirono Luca, 21 anni, e Matteo, 18 anni» scrive I. M. in una lettera a «L’Eco di Bergamo» pubblicata sul giornale di lunedì 17 settembre ricordando la tragedia di Azzano, in cui morirono Luca Carissimi e Matteo Ferrari a seguito di uno scontro tra il loro scooter e una Mini sulla Cremasca all’uscita dalla discoteca «Setai». «Nei giorni successivi vari articoli hanno occupato le principali pagine dei vari quotidiani – continua la lettera –; sui social si sono susseguiti messaggi, immagini dei due ragazzi, amici di infanzia, di oratorio, di calcio, di vita, dettagli sulle modalità di questa morte che si può definire solo assurda».

«Oggi, dopo tanto dolore, rabbia, dopo tutte queste brutte notizie, vorrei poter sottolineare invece come da tanto dolore possa nascere un segnale positivo, dettato dal grande gesto d’amore come quello che hanno voluto e potuto fare i genitori di Matteo, donando gli organi del figlio. Grazie a questo meraviglioso gesto, Matteo ha potuto salvare altre vite e dare così un senso a questa sua assurda e prematura morte. E con grande fede oggi il papà di Matteo non ha dubbi: Matteo è nato per compiere e concludere, anche se in giovane età, una grande missione di amore; donare la sua vita per far rivivere altre nuove vite. Grazie Matteo. Queste due parole sono sicura le diranno anche le cinque persone che attraverso il tuo gesto ora vivono; e tu oggi vivi in loro e la tua vita continua. Questo è il vero miracolo della vita! Grazie e arrivederci». 

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