Grembiule rosso e rossetto acceso
A Curno la cameriera è un robot

Ha un rossetto molto acceso, un foulard floreale, un grembiulino rosso rubino e una precisione millimetrica nel servire le pietanze ai tavoli, ma non aspettatevi di poterle chiedere dove si trova la toilette.

La prima cameriera-robot in servizio nella Bergamasca debutta oggi nel nuovo ristorante nippo-cinese «Sakari» di Curno. Gianni Ruan, il gestore del locale, originario della Cina ma residente a Bergamo da ormai undici anni, ha già un’altro locale dallo stesso nome ad Albino. Nel nuovo ristorante ha deciso di introdurre una novità high-tech, prendendo ispirazione dai suoi conterranei. «In Cina – racconta – sono molto diffusi i robot che servono nei ristoranti. Ormai tutto sta diventando sempre più automatizzato, così, sentiti i consigli di alcuni amici, mi è venuta l’idea di provare a sperimentarne uno anche qui».

La cameriera in biancorosso–colori dominanti nei ristoranti «Sakari» – dal cuore metallico avrà il compito di portare ai tavoli giusti specialità come sushi uramaki e involtini primavera, ma non prenderà gli ordini, a quello ci penserà il personale in carne ed ossa, che si servirà di palmari: «Dobbiamo terminare di programmarla tramite computer in modo che abbia ben presente la planimetria della sala per il servizio. Speriamo di poterla attivare in tempo, perché col fuso orario non è facile contattare la ditta cinese che l’ha progettata», continua Ruan. Ieri sera il ristorante ha brindato con lo staff e con quanti hanno lavorato al progetto – tra i quali l’architetto Matteo Caldara, che ha dovuto ristrutturare gli spazi riedificati da zero –, oggi l’inaugurazione ufficiale con l’apertura al pubblico per pranzo: «Saremo aperti sette giorni su sette, a pranzo dalle 12 alle 15 e a cena dalle 19 sino a sera» spiega il titolare.

Sono sedici tra cucina, area sushi e camerieri i membri del personale del nuovo Sakari di Curno – in via Fermi, 4, nel riqualificato parco del commercio– . La nuova attrazione robotica fungerà da richiamo nell’area commerciale ancora poco nota ma risponde anche a un bisogno lavorativo: «Oggi la ricerca del personale è sempre più difficile, i camerieri sono diventati molto esigenti, mentre i robot non hanno di questi problemi», confessa il ristoratore cinese. Sì alla tecnologia quindi, ma senza esagerare, perché gli esseri umani hanno sempre una marcia in più: «Quando l’affluenza sarà ridotta faremo servire i clienti dalla cameriera-robot, ma quando in sala c’è confusione è meglio lasciar perdere. Resta sempre una macchina, in quel caso torneremo alle vecchie abitudini, con due camerieri in carne ed ossa che gireranno tra i tavoli», conclude Ruan abbracciando la sua collaboratrice speciale, alla quale ancora non ha dato un nome. «Accettiamo consigli», l’appello di Ruan ai futuri clienti del ristorante.

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