I medici: «Servono spazi adeguati
per la campagna vaccinale»

L’appello arriva dai rappresentanti dei medici che nei giorni scorsi si sono confrontati con Ats sul tema. Marinoni: «Molti ambulatori non sono adeguati. Servono spazi ampi». Pedrini: «Bisogna accelerare: il tempo stringe»

Aaa spazi cercansi per le vaccinazioni. Uno dei temi centrali in vista dell’autunno si gioca anche su un piano strettamente logistico, oltre che sanitario. In vista della campagna anti-influenza che prenderà il via a novembre, serviranno infatti locali adeguati a rispettare le misure di distanziamento: dunque, solo gli ambulatori più ampi – quelli con locali adeguati, sale d’attesa incluse, che consentano di evitare assembramenti – saranno consoni ad accogliere i tanti pazienti attesi per la somministrazione del vaccino. A maggior ragione considerato che lo stesso sarà offerto gratuitamente agli over 60 (e non più solo agli over 65) e ai bambini dai sei mesi e ai sei anni, e anche tra le altre fasce d’età si ipotizza una adesione molto più alta del solito.

Il via, appunto, è stimato a novembre, ma la partita non è semplice: la corsa all’accaparramento delle scorte è complessa, per via di una richiesta giocoforza che è alta in tutto il mondo; la Lombardia prevede di acquistare circa il doppio delle dosi rispetto al solito.

Sul punto logistico il dialogo è aperto, con un confronto tra Ats (a cui spetta la regìa), medici, enti locali. Nei giorni scorsi, per esempio, si è riunito il comitato aziendale per la medicina territoriale, ovvero il tavolo di Ats al quale siedono anche le organizzazioni sindacali dei medici, mentre le interlocuzioni con gli amministratori di vari Comuni sono in corso. L’obiettivo è la messa a disposizione di spazi come palestre, sale polifunzionali (anche locali delle parrocchie) per adibire punti-vaccinazioni il più confortevole possibili, che coniughino distanziamento e capacità di effettuare buoni numeri di vaccinazioni a ritmi spediti.

«L’afflusso sarà elevato, per diversi motivi – premette Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo -. Gli studi medici andranno divisi in idonei e non idonei: quelli più grandi, quelli della medicina di gruppo, con sale d’attesa grandi, saranno adeguati; difficile che lo siano gli studi più piccoli, magari collocati all’interno di un condominio, per di più ai piani alti. Occorrerà censire gli spazi, dai Comuni alle parrocchie, che possono essere messi a disposizione per le attività». Non è però solo questione di spazi: «Servirà anche il supporto di infermieri e personale amministrativo, per migliorare le prestazioni e gestirle al meglio – aggiunge Marinoni -. Gli infermieri di famiglia? Speriamo che le assunzioni annunciate non finiscano in un ufficio di Presst, ma siano messe subito sul territorio, a fianco dei medici di famiglia a partire da questa necessità. Mi vengono in mente le scene della campagna di vaccinazioni anti-meningococco nel basso Sebino a inizio anno, con le persone assembrate alle 5 del mattino per prendere il numero». L’avvertenza è chiara: «Se dovesse slittare in là la data d’inizio delle vaccinazioni, c’è il rischio che la campagna si vada a sovrapporre con la comparsa delle prime febbri», conclude Marinoni.

«In situazioni in cui il medico non può garantire la sicurezza del distanziamento, sarà utile, anzi fondamentale, trovare spazi più ampi, grazie a Comuni o parrocchie – concorda Paola Pedrini, segretaria generale lombarda della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale -. La campagna antinfluenzale avrà un pubblico molto più ampio. Peraltro le vaccinazioni sarebbero dovute iniziare a ottobre, ma si slitterà a novembre: il tempo per reperire gli spazi, però, non è poi così tanto».

Quanto sia fondamentale la campagna antinfluenzale è facile da capire: «Prima di tutto, il vaccino permetterebbe di ridurre i casi di influenza, che si sommerebbero a quelli dell’eventuale ritorno della pandemia. La vaccinazione peraltro permette di formulare con maggiore facilità la cosiddetta diagnosi differenziale: se una persona vaccinata presenterà dei sintomi inizialmente assimilabili all’influenza, si potrà dedurre che si tratta di un altro virus, perché sull’influenza stagionale è già coperto».

Sugli step per il censimento dei locali idonei alla campagna, Ats Bergamo al momento preferisce invece non commentare.

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