Torre Boldone, il dramma di due gemellini
Il bimbo muore, la sorellina ricoverata

I due fratellini, di soli cinque mesi, portati in ospedale con due ambulanze: il piccolo non ce l’ha fatta, solo febbre per la bimba. Aperto un fascicolo in Procura, accertamenti dei Nas. Lunedì 9 dicembre l’autospia.

«Prima ho sollevato la bimba e mi sono accorto che respirava male. Così ho detto a mia moglie che avremmo dovuto chiamare l’ambulanza. Quando ho sollevato, pochi istanti dopo, anche Zakaria, ho visto che era ancora più grave: respirava con molta fatica».

Si dispera Jupiter Sow mentre racconta i drammatici momenti che ha vissuto nella mattinata di sabato 7 dicembre in casa sua, al terzo piano di una palazzina al 9 di via Simone Elia a Torre Boldone: cerca di ricostruire ogni istante di quei minuti, gli ultimi che ha trascorso con suo figlio Zakaria. Il bimbo, cinque mesi, è andato in arresto cardiocircolatorio e, nonostante i tentativi di rianimarlo prima dello stesso padre e poi del personale del 118, non c’è stato nulla da fare. Quando l’ambulanza, nella tarda mattinata di ieri, ha varcato l’ingresso del Pronto soccorso dell’ospedale «Papa Giovanni XXIII», il piccolo era già morto. Non è invece grave la sorellina gemella, nata come lui il 9 luglio scorso all’ospedale di Alzano Lombardo. È stata tenuta sotto osservazione per via della febbre e sottoposta a tutti gli accertamenti del caso, ma non sono emersi problemi particolari. Sarà invece l’autopsia, che lo stesso ospedale ha fissato per lunedì 9, a chiarire le cause della morte di Zakaria: appreso dalla struttura sanitaria della morte del bimbo, la Procura – benché non ancora in presenza di una denuncia formale della famiglia – ha aperto un fascicolo di natura esplorativa.

Di certo il piccolo è morto per un problema di salute improvviso, anche se sulle cause è possibile, prima dell’autopsia, fare solo delle ipotesi. Che vanno dalla morte in culla alle conseguenze di un rigurgito. Fino a un’infezione. I due gemellini il giorno prima, venerdì 6, erano stati portati all’ambulatorio in via Borgo Palazzo per essere sottoposti al richiamo vaccinale: ma si trattava dunque della seconda vaccinazione obbligatoria. Pertanto i due bimbi avevano già sostenuto una prima vaccinazione, un mese fa, e non c’erano state complicazioni di natura allergica. «Un mese fa non era successo niente – racconta il papà – mentre stavolta li abbiamo portati che stavano bene e siamo finiti così. Vogliamo capire cos’è successo».

I carabinieri della Compagnia di Bergamo hanno effettuato un sopralluogo in ospedale per ritirare la documentazione clinica e del caso si stanno occupando i militari del Nas di Brescia, che stanno effettuando alcuni accertamenti, a partire proprio dalle vaccinazioni alle quali i due gemellini erano stati sottoposti ventiquatt’ore prima della tragedia. Papà Jupiter Sow, nativo del Senegal, vive in Italia da una ventina d’anni e parla perfettamente l’italiano: lavora da tempo alla «Abb Sace» di Dalmine ed è sposato con la connazionale Codou. Hanno anche un altro figlio, che ha tre anni. Nella palazzina di via Simone Elia dove abitano da anni sono ben integrati e conosciuti da tutti. Tanto che gli stessi vicini di casa – quasi tutti italiani – sono stati i primi ad allarmarsi, ieri mattina, quando hanno visto arrivare le ambulanze. «Sono stati qui parecchio – racconta un vicino – e ci siamo preoccupati perché è cominciata a girare la voce che i due gemellini, così belli, stavano male. Non avremmo mai pensato a un epilogo simile. Speriamo che almeno la piccola stia bene».

«Dopo la vaccinazione siamo tornati a casa e abbiamo seguito le indicazioni forniteci – aggiunge papà Jupiter –: di tenere controllati i gemellini. Io sono andato al lavoro e ci ha pensato mia moglie. Sabato mattina alle cinque abbiamo dato loro il biberon e mia moglie il latte materno, come avveniva tutti i giorni. Alle sei mi sono messo sul divano. Poco dopo entrambi si sono svegliati e messi a piangere: li ho tranquillizzati e dato loro il ciuccio. Attorno alle nove ho controllato ed entrambi faticavano a respirare. Poi la situazione è precipitata. Avendo seguito un corso di primo soccorso in ditta, ho praticato la rianimazione al mio Zakaria, seguendo le indicazioni telefoniche che mi hanno dato dalla centrale operativa del 118. Purtroppo non è servito». In pochi minuti sono arrivati in via Simone Elia due equipaggi di soccorso: uno si è dedicato al bimbo e l’altro alla bimba.

In attesa di certezze, che arriveranno soltanto dall’autopsia, oltre a qualche ipotesi non si può fare altro di fronte al dramma che ha colpito la famiglia Sow. «Mi piacerebbe poter seppellire Zakaria nel nostro Paese d’origine, il Senegal – anticipa papà Jupiter –, visto che non ci potrà mai andare da vivo. Ora vedremo come muoverci, anche attraverso i nostri connazionali che vivono a Torre Boldone». Papà Jupiter e mamma Codou devono da un lato convivere con l’enorme dolore della morte di Zakaria ma dall’altro continuare a sorridere alla sua sorellina, che in ospedale richiede continuamente le loro attenzioni e i loro sguardi

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