«Il nubifragio e quelle porte chiuse
Solo un ragazzo moldavo mi ha accolto»

Pubblichiamo la testimonianza di Gabriele Laterza, docente del liceo Amaldi di Alzano, sorpreso dal nubifragio di domenica in via dei Caniana. Con l’auto bloccata dall’acqua, è stato costretto a suonare al primo condominio che ha trovato di fronte a sé per chiedere aiuto.

«Domenica scorsa, alle 22.45, in via Dei Caniana a Bergamo: una bomba d’acqua investe la mia Golf. Mi trovo in un secondo d’orologio a decidere di abbandonare la mia auto, prima di non riuscire ad aprire la portiera e a rimetterci le penne. Sceso, l’acqua mi arriva oltre le ginocchia: scappo sul marciapiede, anch’esso allagato. Sono investito da altra acqua e, completamente fradicio, corro per raggiungere il palazzo più vicino, a circa cento metri. Il portone è aperto: salgo le scale, suono a varie abitazioni.

Tristi, tristissimi quegli infiniti secondi di attesa in cui nessuno ti apre quelle porte blindate e ben munite di spioncino per vedere chi stia suonando.

Finchè, con un sorriso ampio, apre la sua porta un giovanotto dal viso tondo.

Scopro che ha 27 anni e che stava guardando la partita. Mi offre un asciugamano, i suoi vestiti, del latte bollente, il suo telefono, la disponibilità a tenermi tutto il tempo necessario per chiedere i soccorsi pubblici, che non arriveranno (ma meno male che ho amici e un fratello giovane). Quando nel cuore della notte mi appresto ad andare, faccio una cosa che in cuor mio non avrei voluto fare: oltre a dirgli grazie, gli ho infatti porto del denaro.

Il ragazzo mi dice che proprio non lo vuole, sempre con un sorriso. Quel ragazzo si chiama Radion e arriva dalla Moldavia. E vive da qualche anno in un Paese che fatica ad aprire le sue porte».

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