Il vescovo alla Messa di Ognissanti
«La memoria aiuta a ricordare il bene»

Venerdì 1 novembre monsignor Beschi ha presieduto la celebrazione per i defunti al Monumentale: «Qui abita chi ci è stato caro». L’invito a percorre la via delle beatitudini: «Il nostro destino è la luce». Al Mausoleo commemorati i Caduti.

La chiesa di Ognissanti, nel cimitero monumentale, era gremita nel pomeriggio di venerdì 1 novembre per la Messa di suffragio per tutti i defunti presieduta dal vescovo. monsignor Francesco Beschi. Per questi giorni della memoria, della preghiera, della visita alle tombe dei propri cari il vescovo ha invitato nell’omelia a soffermarsi sul senso della memoria e della capacità della fede di illuminarla.

«La visita al cimitero è esercizio di memoria – ha detto il vescovo – che assume il tratto dell’affetto e dell’amore. Qui abita chi ci è stato caro, chi è stato ragione del nostro vivere, chi ci ha amato e chi abbiamo amato. La memoria riscatta quell’ineluttabilità che cancella ogni speranza. Saremo capaci di non dimenticare il bene, in cui sta la verità della vita? Il ricordo di chi abbiamo conosciuto e lasciato sia sorgente di insegnamento su ciò che è veramente vero. Il male può stravolgere e umiliare la vita ma non può dire la verità su di essa». Il vescovo ha quindi aggiunto come la dimensione della fede ponga la morte nella luce di Cristo. «I cristiani riconoscono decisiva la fede in Gesù che diventa principio di una vita nutrita di speranza. – ha aggiunto –. Dove riposano i nostri defunti non sarà più quindi “la città dei morti”, la necropoli chiamata dai pagani, ma è “cimitero” cioè “dormitorio”, come lo hanno chiamato i cristiani». Riprendendo il passo dell’Apocalisse proclamato come prima lettura, monsignor Beschi ha sottolineato l’aspetto della «moltitudine».

«È un’immagine che nella festa di Tutti i Santi ci richiama al numero incalcolabile di santi, a quella moltitudine di luce ben rappresentata dalle innumerevoli aureole che appaiono nel mosaico del presbiterio di questa chiesa». Monsignor Beschi ha ricordato che la via della santità è quella a cui è chiamato ogni credente: «Il nostro destino non è l’oscurità ma la luce, non la solitudine ma la compagnia, non l’omologazione ma la varietà, non la paura ma la gioia», e ha così invitato a percorrere la via delle beatitudini. «È la via di coloro che pongono le loro sicurezze non in ciò che possiedono ma in ciò che donano, coloro che cercano la giustizia senza trasformarsi in giustizieri, che operano per la pace e non pensano solo a starsene in pace, che nella sofferenza e nella persecuzione sono retti da una fede mite. È la via della santità».

Dopo la celebrazione, a cui erano presenti le autorità civili e militari e i rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’Arma, si è formato il corteo che ha raggiunto il campo dei veterani e reduci delle patrie battaglie per la deposizione della corona d’alloro da parte del Comune di Bergamo. Il corteo, aperto dai Gonfaloni del Comune e della Provincia e seguito dai labari delle associazioni, ha quindi raggiunto il Mausoleo Ossario per la commemorazione dei Caduti. Dopo la lettura della preghiera del combattente il presidente del Consiglio comunale Ferruccio Rota, il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, il prefetto Elisabetta Margiacchi e i rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’Arma hanno deposto le corone d’alloro all’interno del Mausoleo. Il vescovo ha ricordato durante la celebrazione «tutti coloro che sono morti non solo in adempimento al loro dovere, ma per il bene e a servizio della comunità e della città abitata da tutti». Le celebrazioni di questi giorni proseguono sabato 2 novembre con la Messa presieduta dal vescovo in cattedrale alle 18 in suffragio di tutti i defunti (le foto sono di Yuri Colleoni).

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