Il vescovo incontra gli animatori Cre
«Voi ragazzi siete una Bella Storia»

«Cari ragazzi e ragazze, il fuoco è dentro di voi e io lo vedo. Quando anche voi vedrete il fuoco nei bambini e bambine che incontrerete, diventerete capaci di raccontare storie che aprono il cuore, questa è quella che si chiama vocazione». Sabato sera con queste parole il vescovo Francesco Beschi si è rivolto alla platea straordinaria di quasi mille ragazzi e ragazze che, tra qualche mese, saranno impegnati come animatori nei Cre estivi.

Venerdì, sabato e domenica nell’auditorium del Seminario è stato proposto uno spettacolo, «un regalo dedicato solo a loro, per avvicinarli al tema del Cre di quest’anno, che deve essere colto come strumento. Quello che è veramente importante per gli adolescenti è sviluppare relazioni costruttive» sottolinea don Emanuele Poletti, direttore dell’Ufficio per la Pastorale dell’Età Evolutiva (Upee).

Il messaggio del Cre 2019

«BellaStoria» è il titolo del Cre-Grest 2019 e sul palco sono state raccontate tante storie, storie di vita normale, vicine a quelle di ogni giovane. Anche il vescovo ha regalato ai ragazzi presenti, accompagnati dai loro don, tre storie. «Le storie sono potenti – ha aggiunto – perché ci mettono a contatto con la verità della vita. Dieci anni fa quando ho iniziato il mio servizio nella Diocesi di Bergamo rivolgendomi ai giovani ho proprio detto che mi piace raccontare storie perché fanno accadere quello che narrano, trasformano chi le racconta più di chi le ascolta. Per un cristiano le storie sono importanti, la storia più grande è quella di Gesù. Voi ragazzi, siete una Bella storia».

E «Io sarò con te» è il sottotitolo del Cre-Grest che esprime proprio la promessa che Dio fa all’uomo, di accompagnarlo ed essergli vicino. Al vescovo è stata poi consegnata la prima maglietta riservata ai sacerdoti, rossa con un richiamo al «volo di Icaro» di Henri Matisse. «Quest’anno i disegni simboli del Cre ricordano l’opera di questo artista, che nel corso della sua vita ha vissuto un personale percorso spirituale» spiega don Poletti.

Il tema della vocazione

Sul palco i coordinatori del Cre hanno messo in scena in modo accattivante, divertente ed originale, la storia che riguarda ogni persona. Quattro i momenti importanti: nascere, crescere, desiderare, compiere. «La nascita – chiarisce don Poletti – avviene in un abbraccio d’amore, già dentro in ognuno c’è una storia che lo precede; il bambino cresce, diventa uomo attraverso desideri e sogni che portano al compimento della propria vita, a seguire la vocazione. E il tema della vocazione conclude il percorso triennale iniziato con “Detto fatto” legato al tema della creazione e, lo scorso anno, “All’opera” che ha sviluppato la tematica dell’azione». La vocazione si connette anche con la riflessione avviata nel Sinodo dei vescovi sui giovani, promosso da Papa Francesco.

Tra le tante storie raccontate quella che ha colpito maggiormente vede protagonista Anila, una piccola richiedente asilo di dieci anni, sbarcata in Italia per cercare la propria mamma che si trova «da qualche parte in Europa». È Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, che la aiuta, non senza difficoltà, a realizzare questo suo sogno. Così la piccola potrà dire che «Dio non è morto», ma si è preso cura di lei.

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