In Presolana la Madonna dei Piccoli
Il vescovo: dai bimbi un segno che ci guida

Sabato 26 ottobre in tantissimi da tutta la provincia per la posa e la benedizione della statua, che è stata inserita in una nicchia a pochi passi dalla Cappella Savina e che proteggerà i bambini ricoverati all’ospedale «Papa Giovanni XXIII» e in quelli di tutta la provincia.

La Madonna dei Piccoli ha trovato «casa» in Presolana. Una casa vicina al cielo, a oltre duemila metri di quota, dove proteggerà i bambini ricoverati all’ospedale «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo e in quelli di tutta la provincia. Sabato 26 ottobre, in una mattinata dal clima quasi estivo, sono arrivati in tantissimi insieme al vescovo, monsignor Francesco Beschi, per la posa e la benedizione della statua che è stata inserita in una nicchia a pochi passi dalla Cappella Savina. Sotto il basamento della Madonna sono state sigillate le preghiere scritte proprio dai bambini e dai genitori: resteranno lì per sempre.

L’iniziativa è nata dalla collaborazione fra tante realtà: l’associazione «Mauro Signore elisoccorso Bergamo», il 118 di Bergamo, la Sesta delegazione orobica del Soccorso alpino, la direzione dell’Azienda socio sanitaria territoriale «Papa Giovanni XXIII» e i frati che prestano servizio all’interno dello stesso ospedale. A sostenere il progetto anche la «Marini Marmi», azienda di Castro che estrae il famoso ceppo di Gré, che ha donato la nicchia, posizionata lo scorso agosto e decorata con ceramiche che riproducono le impronte di alcuni piccoli pazienti dell’ospedale realizzate nel laboratorio artistico e artigianale tenuto in corsia dagli operatori della Fondazione «Lene Thun».

Sabato verso le 11, accanto al Bivacco Città di Clusone che si trova a poca distanza dalla Cappella Savina, è atterrato un elicottero con a bordo il vescovo Beschi, il suo segretario, monsignor Giampietro Masseroli, il responsabile dell’Aat 118 Angelo Giupponi, fra’ Mauro Mariani ed Enzo, un bambino di otto anni in rappresentanza di tutti i bimbi ricoverati (il mezzo è stato messo a disposizione gratuitamente dalla società «Babcock). Insieme hanno accompagnato la Madonnina alla Cappella. Le prime parole sono state quelle del dottor Giupponi, commosso nel ricordare «la collaborazione di tantissime persone, che hanno donato tempo e disponibilità per i bambini. Questo è un sogno che abbiamo coltivato per anni, con il Soccorso alpino che ha svolto un lavoro incredibile, con le aziende che hanno messo tempo e personale per sentirsi dire solo grazie, un grazie che ora rivolgo a tutti voi. Abbiamo voluto con noi Enzo, che è uno dei bambini che ha frequentato spesso il nostro ospedale ed è il più grande amico del 118».

Anche il vescovo Francesco Beschi ha espresso gratitudine per essere stato coinvolto nell’iniziativa: «Un’esperienza – ha evidenziato – che mi ha aperto il cuore fino ad arrivare all’apertura di questo anfiteatro della Presolana che rappresenta bene l’apertura non soltanto del mio cuore, ma del cuore di tutti voi e di tutti coloro che hanno realizzato questo segno di grande intensità. Intensità rappresentata da questo bambino, Enzo, che è in mezzo a noi e rappresenta tutti i bambini malati». Ricordando i bambini malati, monsignor Beschi ha rivolto un pensiero particolare all’uomo che, pochi minuti prima del suo arrivo, è stato colto da un malore sul sentiero che conduce alla Cappella.

«Enzo e i suoi amici – ha proseguito il vescovo – hanno voluto dare un segno insieme a fra’ Mauro e a tutte le persone che hanno dato vita al progetto: noi vogliamo che questa immagine della Madonna sia il più possibile vicina al cielo, affinché le nostre preghiere a lei possano il più rapidamente possibile arrivare al cielo. Maria è la Regina e siamo venuti a porre la nostra immagine proprio sotto la Regina delle Orobie; Maria è anche la porta del cielo, noi qui mettiamo la porta del cielo, attraverso la quale tutte le nostre preghiere possono salire al cielo. Qui, dove ci sono le guide alpine, i bambini sono diventati le nostre guide».

«Speranza» è la parola chiave dell’intervento di Elia Ranza, del Soccorso alpino, che ha evidenziato: «Le pareti della Presolana a prima vista sembrano inaccessibili, eppure qualcuno le ha salite. La vita, come la montagna, è piena di difficoltà apparentemente insuperabili, ma un cuore coraggioso e intrepido, accompagnato dalle persone che ci amano, ci fa trovare il percorso. Assieme a questa madonnina saremo sempre con voi, Enzo e tutti i tuoi amici, per tenerci tutti in un’unica cordata per non mollare mai». La cerimonia si è conclusa con la preghiera alla Madonna dei Piccoli, letta da tutti i presenti guidati da fra Mauro.

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