«Io, 29 anni, medico a Nembro
per sostituire il collega isolato»

Medico di Bergamo in servizio ha accettato la chiamata di Ats per sostituire il dottore Massimo Pandini. «Ma i pazienti saranno gestiti soprattutto via telefono».

Dovere. «Non ci si deve tirare indietro: d’altro canto la professione di medico racchiude in sé il senso del dovere, è quello per cui abbiamo studiato e siamo stati formati». Clara Bettini la fa quasi facile: ha accettato di sostituire il collega Massimo Pandini, storico medico condotto di Nembro che da qualche giorno si trova in quarantena forzata (così come altri tre dei sei medici di base della zona) per essere entrato in contatto e aver visitato pazienti risultati positivi al coronavirus. Il suo sì alla chiamata di Ats lo motiva così: «Per dare una mano, perché in casi come questi non si può dire di no».

Ma per lo stesso Pandini questa 29enne di Bergamo laureata a Pavia nell’ottobre 2018 è semplicemente «una ragazza di grande coraggio. Appena mi hanno messo in quarantena avevo fatto inserire sul portale nazionale dei supplenti l’avviso di ricerca di un sostituto ­– spiega Pandini -, ma appena i colleghi sentivano Nembro, niente. Invece la dottoressa Bettini ha accettato, ne sono felice: inizierà a essere operativa lunedì nel mio ambulatorio di piazza Umberto I». Il medico di solito «si cerca da sé il supplente – prosegue Pandini ­-, ma il problema è che lunedì, quando sono stato raggiunto dalla disposizione a mettermi in quarantena, stavo lavorando, ero in ambulatorio con una trentina di persone». Così la palla è passata alla stessa Ats «e finalmente è spuntata la dottoressa Bettini».

La quale non è certo una sprovveduta: «Contattata direttamente da Ats – racconta -, vista la situazione difficile del posto vacante del dottor Pandini, mi sono sentita chiamata in causa. Ci saranno ovviamente le giuste precauzioni da prendere: gli appuntamenti saranno fissati telefonicamente, non ci saranno contatti diretti con pazienti con difficoltà respiratorie, ma dobbiamo mostrarci vicini a questa gente già duramente provata. Sono consapevole dei rischi, ho avuto modo di confrontarmi anche con altri colleghi: bisognerà essere molto prudenti sicuramente, ma credo anche sia nostro dovere intervenire in questa situazione». La dottoressa Bettini più solerte e generosa di tanti altri colleghi? «No, è che si trattava di accettare un incarico dell’oggi al domani e molti miei colleghi stanno già lavorando in altri comuni – risponde lei -. Diciamo che essere disponibili subito in questo periodo dell’anno non è poi così scontato, io invece lo ero e mi sono detta, perché no?».

I mutuati del dottor Pandini da lunedì non potranno accedere liberamente all’ambulatorio: «Sono stati avvisati che riceverò solo su appuntamento tramite triage telefonico – spiega ancora la dottoressa sostituta -. Ci sarà una gestione più telefonica che di persona, purtroppo».

Un contatto umano che ora manca a Pandini, «anche se i miei pazienti non mancano di farmi sentire il loro sostegno» morale e non soltanto: «Risiedo a Bergamo ma sono in quarantena a Nembro, nella casa della mia famiglia: i miei assistititi mi buttano perfino i sacchetti del pranzo in giardino, non mi lasciano solo». D’altronde lui, figlio d’arte, qui è «rimasto per tutti “ol scèt del dutùr” anche se ho 65 anni».

E Nembro si stringe sperimentando la rodata macchina della solidarietà che è da sempre espressione di tante associazioni e gruppi: «Il paese sta reagendo – spiega un commerciante del centro -, si sta muovendo. Certo il problema c’è, soprattutto per gli anziani ed è massima l’attenzione per proteggerli». Anche alla casa di riposo di via Dei Frati, dove da oggi, dopo aver bloccato nei giorni scorsi le visite ai parenti, si autorizza l’ingresso dei familiari dalle 9 alle 11 e dalle 15,30 alle 17 solo se dotati di mascherina tipo ffp3 o ffp2 e guanti monouso da reperirsi in autonomia, uno solo per assistito fino a un massimo di sette nell’intera Rsa e per un massimo di 15 minuti a visita.

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