Lago d’Endine, i rospi traslocano
Volontari pronti a salvarli dalle auto

Come ogni anno i Bufo bufo e altri anfibi migrano. Operatori e barriere per evitare che finiscano schiacciati mentre attraversano la provinciale 76.

Come ogni anno, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, il grande esodo è alle porte. Un’intera popolazione di anfibi, quella che vive sulle alture e nei boschi del lago d’Endine e del lago di Gaiano, si riverserà verso l’acqua per compiere il rito imposto dalla stagione degli amori: soprattutto rospi comuni (i Bufo bufo, tra i simboli della Val Cavallina), ma anche salamandre, rane, raganelle e tritoni affronteranno i pericoli del viaggio, che non sono affatto soltanto naturali. La maggiore minaccia è rappresentata dalla strada provinciale 76, che attraversa la costa orientale dei laghi. Gli animali per istinto sentono di doverla attraversare, con conseguenze facilmente immaginabili, se l’impegno delle guardie ecologiche volontarie (Gev), e di semplici cittadini ben disposti a dare un mano, non vegliasse su di loro nei circa quaranta giorni della migrazione e del successivo ritorno. Per dare un’idea delle dimensioni del fenomeno, è sufficiente ricordare che nel 2019 sono stati effettuati qualcosa come 50 mila salvataggi di anfibi (a volte lo stesso esemplare viene aiutato più volte).

La macchina dei soccorsi, sorta nel 1992, si è già messa in moto. Nei giorni scorsi si è tenuto a Casazza un incontro preliminare a cui hanno preso parte diverse Gev e Giovanni Giovine, coordinatore della stazione sperimentale Anfibi del lago di Endine. Ma il diffondersi delle infezioni da coronavirus ha costretto a cambiare i piani iniziali. In luogo della riunione presso l’ex sede dalla Comunità montana della Val Cavallina in via don Zinetti 1, a Casazza, fissata al 28 febbraio, verranno pubblicati sulla pagina Facebook della stazione sperimentale e regionale anfibi del Lago d’Endine alcuni vademecum sulle regole da rispettare per svolgere in modo armonico e non confusionario un’attività che è seria e importante. «Il salvataggio degli anfibi non si improvvisa – sottolinea Giovine –. Chiunque fosse interessato potrà leggerli con attenzione e contattare la Comunità montana dei Laghi bergamaschi o me tramite la pagina Facebook della stazione per aderire alla campagna di salvataggio. Non ci si può presentare autonomamente: il rischio è che le guardie ecologiche debbano perdere più tempo a badare ai curiosi che agli anfibi».

Il rigore, insomma, non è un optional. Del resto la legge proibisce esplicitamente di improvvisarsi salvatori di rospi, rane o quant’altro. «Bisogna essere sempre accompagnati da personale qualificato, come le Gev - spiega Giovanni Grasseni, noto sul lago con il soprannome di “Papà rospo”, un decano delle guardie ecologiche -. Per i trasgressori sono previste multe salate».

Quest’anno, ad ancora maggiore tutela della riuscita delle operazioni, è stato introdotto un nuovo regolamento sulla gestione delle scolaresche, per evitare la confusione sul campo e la tentazione, da parte di qualche genitore, di confondere la missione con una scampagnata esotica. Le uscite, caos coronavirus permettendo, avverranno di sera per tutto il periodo della migrazione, dato che quello è il momento preferito da Bufo bufo & co. per la discesa. Ogni spedizione, che servirà anche a censire la popolazione animale, sarà guidata dalla dozzina di Gev che opereranno sul campo, provenienti da diverse realtà lombarde: la Comunità montana dei laghi bergamaschi, del Parco del Serio, del Parco Nord di Milano, delle Comunità montane della Val Camonica e della Val Seriana e, infine, della Provincia.

Il prossimo 2 marzo dovrebbe scattare la posa delle barriere lungo la sp 76 da parte degli operai della Comunità montana locale. Le barriere si estenderanno su entrambi i lati della carreggiata, impedendo di proseguire agli anfibi, che a quel punto verranno trasportati da Gev e volontari dall’altro lato, soprattutto nella zona tra Monasterolo e San Felice d’Endine e nei pressi del lago di Gaiano. Il complesso di barriere dovrebbe essere portato a termine nel giro di pochi giorni. Fatto questo, non resterà che attendere gli animali e la pioggia che li spinge in massa a scendere verso la valle.

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