Le bare nelle chiese della Bergamasca
Nel dolore un estremo gesto di pietà

Oltre a quella del cimitero monumentale, la diocesi ha dato la disponibilità a utilizzare anche la chiesa di San Giuseppe a Seriate.

Nella quotidianità del bollettino di guerra diffuso dalla Regione sono solo numeri, ma dietro la cruda statistica si nasconde il dolore di centinaia di famiglie bergamasche che in questi giorni stanno piangendo i loro cari. Le cifre ufficiali infatti raccontano solo una piccola parte della tragedia che si sta consumando in Bergamasca. L’immagine che più rende l’idea della portata di questo male sono i feretri allineati all’interno del tempio di Ognissanti, la chiesa del cimitero monumentale. Ieri erano settanta, nonostante già da qualche giorno le sepolture procedano al ritmo di una ogni mezz’ora.

«Stiamo facendo il possibile, abbiamo chiesto aiuto anche ad altre regioni trovando collaborazione - spiega il sindaco Giorgio Gori -. Il sistema è sollecitato come mai negli ultimi 50 anni. Sabato è stata una giornata molto difficile. Ci siamo dati da fare per trovare una soluzione contattando, anche attraverso le forze dell’ordine, forni crematori fuori provincia per sgravare quello del cimitero monumentale. Abbiamo trovato la disponibilità di Modena e ne arriveranno altre nei prossimi giorni».

Nonostante l’emergenza, il Comune finora è riuscito a far fronte alle necessità degli ospedali. «Stiamo reggendo, sì, anche se non è facile - commenta Giacomo Angeloni, assessore ai Servizi cimiteriali -. Abbiamo chiesto alla prefettura e ad altri Comuni un supporto per trovare una soluzione simile a quella messa in atto nella chiesa del cimitero». Una situazione al limite, che però non pregiudica il rispetto riservato ai defunti. «No, assolutamente. Il rispetto e il decoro delle persone che ci lasciano è garantito - sottolinea Angeloni -. È stato il nostro obiettivo fin da subito, quando ci siamo resi conto della necessità di accogliere così tante salme nella chiesa del cimitero».

Un’emergenza che, oltre a medici e infermieri, vede in prima linea anche gli operatori delle pompe funebri. «Dobbiamo dire grazie ai Comuni che ci stanno aiutando. Oggi (ieri per chi legge, ndr) sono arrivati a Bergamo sei operatori di una società di pompe funebri di Trento che si è attivata grazie alla collaborazione del Comune che abbiamo interpellato - continua Angeloni -. Arriveranno altri addetti anche da Milano e Reggio Emilia».

In caso di un ulteriore incremento, la diocesi ha dato la disponibilità ad utilizzare anche la chiesa di San Giuseppe, a Seriate. «Quella che è di fatto un’urgenza sanitaria di collocazione dei feretri, per la diocesi di Bergamo diventa un’attenzione particolare e una premura verso i defunti e le loro famiglie - spiega monsignor Giulio Dellavite, segretario generale della Curia -. Ai defunti che non possono essere accolti in casa, dalle famiglie e dalla comunità, garantiamo un piccolo, ma significativo gesto: mettiamo a disposizione alcuni luoghi sacri in attesa della sepoltura. Oltre al cimitero è stata individuata, in caso di necessità, anche la chiesa di San Giuseppe a Seriate. Le chiese restano aperte per la preghiera personale, per questo motivo è stata identificata quella chiesa, perché non essendo una parrocchiale può rispondere alla richiesta di accoglienza delle salme».

Un’eventualità che ha trovato ampia disponibilità da parte del Comune di Seriate. «In questo momento difficile dobbiamo darci tutti una mano, da parte nostra non ci sono problemi - conferma il sindaco Cristian Vezzoli -. In caso ci fosse bisogno, ci faremo trovare preparati per garantire l’accoglienza delle salme».

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