Linee tamponi dedicate agli studenti
Il piano regionale: risultati entro le 23

La bozza del piano regionale verrà approvata settimana prossima: accesso rapido al tampone per le scuole e risultati in giornata.

Linee tamponi dedicate agli studenti. Con il referto disponibile sul Fascicolo sanitario elettronico la sera stessa. I pediatri bergamaschi quasi non ci credono: venisse confermato il piano di gestione scolastica dei casi Covid che Regione Lombardia sta elaborando in queste ore, buona parte delle perplessità espresse fino ad oggi da pediatri e famiglie sarebbero superate. Una bozza del piano in questione è stato presentata agli addetti ai lavori venerdì 11 settembre, e dovrebbe essere chiusa e ufficializzata settimana prossima. Ma i contenuti salienti già circolano.

La novità principale riguarda l’introduzione di «linee tamponi» dedicate agli studenti, e organizzate – almeno sulla carta – con una modalità estremamente snella. Dovesse essere tutto confermato, funzionerà così: gli studenti con sospetta sintomatologia Covid potranno fare un tampone nasofaringeo in appositi «punti tampone» tutti i giorni – dal lunedì al sabato - dalle 9 alle 14. Se l’alunno in questione inizia ad accusare i sintomi quando è a scuola, il genitore avvisato dall’istituto scolastico porta direttamente il figlio al punto tampone, contattando il pediatra per informarlo. Se invece lo studente accusa sintomi sospetti quando è a casa, il genitore come prima cosa chiama il pediatra: se il pediatra, dopo il triage telefonico, ritiene sia necessario sottoporre il bambino allo screening, il genitore accompagna il ragazzo al punto tampone. Con accesso libero, senza alcun bisogno di prenotazione.

Nelle prossime ore l’assessore Giulio Gallera – che venerdì ha avuto un lungo incontro all’Ats Bergamo con lo stato maggiore della sanità orobica – dovrebbe annunciare dove saranno allestiti i punti tampone dedicati agli studenti. Quel che già trapela dalle indicazioni operative – valide per gli alunni di tutte le scuole di ordine e grado (infanzia, elementari, medie e superiori) – è che i genitori dovranno consegnare alle autorità sanitarie addette al tampone solo un’autocertificazione: un semplice documento nel quale si assicura che il bambino è stato portato ad eseguire il test dopo aver informato il pediatra, in seguito alla comparsa di sintomi sospetti. Un modo per evitare che chiunque si presenti ai punti screening, anche senza averne diritto. Ma c’è di più: la bozza del piano regionale dedicata agli studenti prevede che gli addetti dei punti tampone debbano inviare entro le 14.30 i campioni acquisiti nella mattinata ai laboratori. In modo da poter caricare il referto entro le 23 della stessa giornata sul Fascicolo sanitario elettronico. Una procedura (teoricamente) estremamente veloce che, dovesse essere confermata alla lettera, eviterebbe il tanto temuto blocco sociale. Ovvero, intere famiglie bloccate in casa in isolamento nell’attesa – e ci sarebbero potuti volere parecchi giorni – che il bambino con febbre, tosse o raffreddore eseguisse il tampone e gli venisse consegnato il risultato.

Non a caso i pediatri nei giorni scorsi erano intervenuti duramente, chiedendo al Pirellone di mettere a punto linee operative snelle, che facilitassero il tracciamento dei casi Covid senza bloccare per giorni famiglie intere. Un appello a cui nelle scorse ore ha risposto l’assessore Giulio Gallera annunciando che la Lombardia acquisterà 1.2 milioni di tamponi rapidi: test che, una volta a disposizione, potrebbero – almeno secondo le prime informazioni – essere utilizzati nelle linee tamponi dedicate agli studenti, per velocizzare ulteriormente la procedura.

Nella bozza di piano, Regione Lombardia interviene anche su altri nodi irrisolti. Il primo è la questione del «certificato di riammissione sicura in collettività», ossia il vecchio certificato medico. Serve o non serve? Stando a quel che trapela in queste ore, il Pirellone dovrebbe dare il via libera a tre scenari. Il primo: se il pediatra esclude, senza richiedere il tampone, si tratti di Covid-19 non c’è alcun bisogno di produrre l’attestazione: il bambino potrà rientrare a scuola a guarigione avvenuta, senza certificazioni. Se, invece, è stato eseguito tampone con esito negativo, il pediatra produrrà il certificato di riammissione in virtù del referto in grado di escludere l’infezione da Covid-19. Ultimo caso: se il tampone è positivo, il bambino viene preso in carico da Ats che seguirà la procedura standard, e la riammissione a scuola potrà avvenire solo dopo due tamponi negativi.

Altro nodo: l’isolamento per i contatti stretti. Nella bozza di piano Regione chiarisce che l’isolamento domiciliare scatta solo ed esclusivamente in presenza di un caso accertato ( e non sospetto) Covid-19. E ribadisce che i contatti stretti sono rappresentati dagli studenti dell’intera classe (presenti negli ultimi due giorni): studenti che, prima di rientrare a scuola, dovranno essere testati almeno una volta entro la fine della quarantena. Si tratta di indicazioni e linee guida che, passibili di ulteriori revisioni, aspettano di essere ufficializzate, con ogni probabilità settimana prossima. Quando – ed è l’unica certezza – la prima campanella sarà ormai suonata.

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