«Materne, serve una vera parità o saremo costretti a chiudere»

Nidi e scuole dell’infanzia paritarie chiedono la frequenza gratuita : «La non applicazione della legge mette a rischio l’intero sistema 0-6 anni».

Da 21 anni chiedono la parità. Non solo nella legge, ma anche attraverso un sostegno concreto da parte dello Stato, per cancellare la disparità che colpisce il loro personale e le famiglie che iscrivono nelle loro scuole i propri figli: è la battaglia delle scuole dell’infanzia paritarie che da oggi iniziano una nuova mobilitazione.

Gestori, educatori, maestre, genitori, sostenitori delle materne paritarie saranno impegnati a sostenere un’iniziativa nazionale che si concretizzerà in una petizione dalle forti ambizioni, ma anche nell’affissione di un manifesto in tutti gli asili nido e le scuole dell’infanzia paritarie d’Italia, per indicare il loro obiettivo non più procrastinabile, a maggior ragione dopo la pandemia: la gratuità della frequenza e una vera parità.

Adesione totale

«Il permanere delle differenze nel sostegno pubblico tra la scuola statale e quella paritaria gestita dal Terzo settore – sottolinea la Fism, Federazione italiana delle scuole materne, nella nota che comunica il coinvolgimento di tutte le sue sedi in ogni regione e provincia – vanifica le ragioni stesse della Legge 62/2000 e non è più tollerabile. Garantire a ciascuna famiglia parità di trattamento, nella libera scelta di una scuola dell’infanzia paritaria o statale è obiettivo prioritario di questa mobilitazione».

Una mobilitazione che coinvolgerà anche le paritarie della Bergamasca, dove in 129 Comuni è presente solo la scuola dell’infanzia paritaria e dove opera Adasm Fism, che associa 224 scuole dell’infanzia paritarie, con 98 sezioni primavera e 64 nidi integrati con più di duemila addetti. «Senza il sostegno economico delle parrocchie e delle amministrazioni comunali – sottolinea Giovanni Battista Sertori, presidente provinciale Adasm Fism –, senza il contributo alla gestione da parte delle famiglie e senza il volontariato che caratterizza le scuole dell’infanzia paritarie e la comunità nella quale queste operano, molte scuole avrebbero già chiuso lasciando interi territori privi di un servizio fondamentale. La non applicazione della legge di parità mette a rischio non solo la chiusura di scuole dell’infanzia paritarie, ma l’intero sistema 0-6 anni perché il venir meno dell’offerta formativa delle scuole paritarie e dei servizi all’infanzia a esse aggregati farebbe crollare una parte fondamentale su cui si regge il sistema di educazione e di istruzione».

L’obiettivo

Secondo Sertori, quindi, è necessario «evitare la chiusura delle scuole dell’infanzia paritarie che operano senza fini di lucro, perché significa salvaguardare un patrimonio culturale e pedagogico fondamentale per realizzare il pluralismo dell’educazione sancito dalla Costituzione, sostenere un indispensabile presidio di inclusione e coesione sociale e far risparmiare allo Stato miliardi di euro».

Per questi motivi Adasm- Fism di Bergamo «sostiene l’iniziativa organizzata dalla segreteria nazionale della Fism per una grande mobilitazione educativa e sociale – conclude Sertori – con l’obiettivo di superare il limite dei servizi a domanda individuale per lo 0-3 e generalizzare la fruizione gratuita della scuola d’infanzia garantendo la parità di trattamento alle famiglie che iscrivono i figli alla scuola dell’infanzia statale o alla scuola dell’infanzia paritaria».

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