Movida, stretta in vista
Il Viminale: ora più multe

Dati in calo, ma non abbassare la guardia: ordinanza nel weekend. Martedì solo 4 irregolari su 2.384 persone controllate e nessuno tra 108 negozi.

I dati dei contagi, è vero, sono fortunatamente in calo. Ma in una provincia come la nostra, epicentro dell’epidemia da coronavirus, abbassare la guardia o tenere comportamenti rischiosi, peraltro proprio in questa fase di uscita dall’emergenza sanitaria che ha piegato la Bergamasca, sarebbe quantomeno deleterio, oltre che potenzialmente pericoloso. Motivo per cui situazioni quali la movida, gli aperitivi fuori dai locali, con assembramenti formati anche da gruppetti di decine di persone, non devono essere tollerati: e non solo a Bergamo. Scene di serate a base di aperitivi e musica, con mascherine abbassate sul mento o nemmeno indossate, nei giorni scorsi sono arrivate un po’ da tutte le città italiane.

Per questo dalle parti del ministero dell’Interno sembra sia imminente – in vista del fine settimana – un’ordinanza che stringa un po’ la cinghia, invitando le forze dell’ordine – impegnate quotidianamente nelle attività per far rispettare le norme contro la diffusione del coronavirus – a passare maggiormente dalle parole ai fatti. Tradotto: a fare più sanzioni ai trasgressori.

Bergamo e provincia sono sempre state – va detto – molto ligie nel rispetto delle regole, visto anche l’elevato numero di contagiati e vittime che la Bergamasca ha patito negli ultimi mesi: emblematici i dati diramati ieri dalla Prefettura e che fanno riferimento al giorno prima, ovvero a domenica. I cittadini fermati e controllati sono stati 2.384. Di questi, soltanto quattro sono stati sanzionati. Controllate anche 108 attività commerciali: nessuna è risultata irregolare.

Si tratta, per quanto riguarda i singoli cittadini, dello 0,16% di persone che hanno violato la normativa e che dunque sono state sanzionate. Un dato in linea con tutti i giorni di marzo, aprile e maggio, quando i controlli sono stati ancora più serrati, soprattutto durante il periodo di lockdown, quando in città e provincia le persone in circolazione erano davvero poche. Nei controlli sono coinvolte tutte le forze dell’ordine: la polizia di Stato, i carabinieri, la Guardia di finanza, l’esercito e le polizie locali dei vari Comuni. Tra marzo e ieri, nella Bergamasca le persone denunciate sono state una cinquantina, però su un dato complessivo di decine di migliaia di controllati. Anche le attività commerciali che sono state chiuse (per cinque giorni) sono state una decina in tutto, su migliaia controllate. Tuttavia il Viminale non avrebbe apprezzato le scene da movida che si sono viste in alcune città italiane: di qui l’imminente stretta. Della quale, per ora, nella prefettura cittadina non si ha ancora notizia.

Il provvedimento che inviterà formalmente le forze dell’ordine a sanzionare di più gli irregolari, senza limitarsi al richiamo verbale – come spesso accade, anche per motivi di buonsenso – ma passando appunto alle sanzioni pecuniarie. Le multe sembrano purtroppo essere l’unico modo, in alcuni casi, per far capire che il comportamento superficiale di alcuni potrebbe diventare un rischio per molti.

Anche all’inizio dell’epidemia, quando quanto sarebbe avvenuto dopo non era nemmeno lontanamente immaginabile, c’erano stati comportamenti superficiali. Oggi che le conseguenze del mancato rispetto di alcune regole di base – la mascherina e il distanziamento sociale – sono tragicamente note, i comportamenti irresponsabili, anche se residuali, non sono più accettabili. Questo il ragionamento che ha spinto il Viminale a pensare all’imminente stretta.

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