Mozzo, la lettera dei ragazzi disabili
«Cari ladri, qui gli unici tesori siamo noi»

L’accorata lettera ai malviventi che hanno già colpito tre volte in pochi mesi. «Non venite di notte, non troverete nulla, gli unici tesori li troverete di giorno»

Cari ladri, siamo un centro per persone disabili: non abbiamo contanti, gli unici tesori....qui sono le persone che frequentano questo posto, ma non le trovate di notte, quindi non serve che sfondiate la porta sul retro per entrare». Il biglietto con dedica ai «cari ladri» appeso fuori dalla porta del Cse Padre Ubiali di Mozzo era un’idea che da tempo solleticava gli educatori del centro comunale per disabili gestito dalla cooperativa Lavorare insieme e Alchimia. «Un po’ per sdrammatizzare, anche di fronte ai ragazzi, un po’ per far capire ai ladri che davvero qui dentro non c’è nulla da rubare», racconta col sorriso la coordinatrice del servizio Silvia Piazzalunga. In effetti la porta sul retro del Cse i «cari ladri» l’hanno aperta e sfondata con una certa frequenza negli ultimi mesi.

«Ad aprile hanno rotto il vetro, quest’estate sono entrati da una finestra. Due settimane fa, un sabato sera, hanno forzato di nuovo la porta sul retro: ogni volta è scattato l’allarme e sono fuggiti senza rubare nulla, ma i danni restano, troviamo gli armadi aperti e i ragazzi sono infastiditi, anche un po’ arrabbiati. Ci chiedono: ma perché rubano? Non c’è nulla da rubare qui». Nemmeno più la macchina fotografica e la videocamera, «quelle ce le rubarono 2-3 anni fa. Da allora non teniamo più niente nella struttura e d’altra parte è tutto a vista, con grandi vetrate che danno sull’interno.

Abbiamo sempre sporto denuncia ai carabinieri, ma finora anche le immagini delle telecamere non hanno fornito indicazioni chiare». Là fuori i ladri, dentro i ragazzi, 18 persone tra 20 e i 50 anni che al Cse passano la giornata, da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 17. Il biglietto è stata anche opera loro. «Dopo l’ultimo tentativo di furto abbiamo detto al nostro presidente: quasi quasi ci sarebbe da fare un biglietto, scrivendo chiaro “Non abbiamo oggetti di valore”. Non è una brutta idea, ci ha risposto» e allora educatori e ragazzi hanno preso carta e penna e hanno scritto. «Non serve che sfondiate la porta per entrare – continua il biglietto –. Potete venire a trovarci di giorno: se suonate il campanello saremo felici di aprirvi la porta e offrirvi una merenda». Cari ladri, pensateci: se proprio dovete rubare qualcosa, molto meglio una fetta di torta. Con un sorriso

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