Neppure il lager riuscì a dividerli
Una storia d’amore lunga 76 anni

Una storia d’amore lunga 76 anni coronata in matrimonio il 9 novembre del 1946. Lo straordinario traguardo dei 70 anni di sposalizio, con i suoi due protagonisti, Luigia Terzi e Vigilio Garzetti, è passato anche attraverso la sofferenza dei campi di prigionia e di concentramento della seconda guerra mondiale.

Lui, Vigilio, con i suoi 95 anni è l’uomo più anziano di Cortenuova, lei, Luigia, di anni ne ha 94 e ripercorrendo la lunga vita, per lo più trascorsa con il suo Vigilio, racconta la preoccupazione e l’attesa delle lettere che attendeva da quello che al tempo era il fidanzato, partito per la guerra e deportato nel campo di concentramento di Buchenwald a 300 chilometri a Sud di Berlino. «Attendevo con ansia quelle lettere – racconta con estrema lucidità Luigia Terzi – quando tardavano saliva l’angoscia e la paura che fosse accaduto qualcosa, ma poi bastava vedere la busta e prima di leggerne il contenuto era già un’esplosione di felicità, significava infatti che era almeno vivo».

Lontano sei anni da casa

Dal canto suo Vigilio racconta invece le vicende legate alla guerra che lo hanno tenuto per quasi sei anni lontano dalla sua terra e dalla sua Luigia: «Dapprima la partenza per la Grecia, poi l’Albania e la Turchia. Infine la tremenda esperienza del campo di concentramento, dove – ricorda Vigilio Garzetti – potevamo scrivere con una cadenza mensile. Ovviamente le lettere venivano tutte controllate, però scrivevo cose che non potevano essere censurate. Questo mi dava la forza di andare avanti, nei miei progetti c’era la voglia di ritrovare la donna che avevo lasciato a casa e sposarla e mettere su famiglia».

La gioia di quattro figli

E quel tempo del ritorno a casa avvenne nel 1945. Per Vigilio vi fu però un momento sconvolgente quando arrivò nella cascina dove Luigia viveva con la famiglia: «Mi recai subito da lei, e quando la vidi sotto il porticato con in braccio un neonato mi venne un vero e proprio accidente. Non capivo assolutamente: la mia Luigia mi aveva tradito? Aveva forse sposato un altro? La affrontai subito di petto – ricorda Vigilio – chiedendole cosa significasse quella creatura che aveva fra le braccia. Con la sua calma proverbiale mi disse che era la sua ultima sorella, nata da poco. Ebbi un attimo di smarrimento che si trasformò subito in gioia. La mia Luigia mi aveva aspettato, e finalmente potevamo coronare il nostro sogno d’amore».

Così dopo circa un anno i due fidanzati, il 9 novembre del 1946, sotto la pioggia entrarono nella chiesa parrocchiale del loro paese d’origine bresciano: a Chiari.

E anche in questa occasione un simpatico e curioso aneddoto che Vigilio non ha dimenticato: «Lei arrivò nei pressi della piazza in macchina, era una giornata piovosa, io invece me la sono fatta tutta a piedi, quasi 4 chilometri con l’ombrello! Ma poi una volta usciti dalla chiesa anche io me la sono fatta in automobile sino alla cascina dove ci attendevano i parenti». E il viaggio di nozze? «Ma va! Mio padre – ricorda Vigilio – il lunedì mattino mi ha chiamato alle 5 perché dovevamo andare a tagliare i gelsomini lungo le rive dei fossati, ma nonostante tutto, adesso, dopo 70 anni di matrimonio, ringrazio il Signore per questi doni straordinari che mi ha donato: primo aver conosciuto Luigia, e poi la gioia dei quattro figli e poi dei nipoti e pronipoti». E per Luigia i momenti più belli ? «Quando nasceva un figlio era la gioia più grande. Abbiamo passato tanto tempo insieme, ci siamo sempre rispettati, il tempo è davvero volato, e anche adesso che siamo un po’ più vecchi non ci stanchiamo mai di stare insieme».

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