Omicidio di Borno, la confessione choc non convince gli inquirenti

Brescia Resta in carcere il 43enne fermato lunedì con l’accusa di aver ucciso e fatto a pezzi la 26enne Carol Maltesi. L’uomo ha sostenuto la tesi di un gioco erotico finito male, ma nella sua versione molti aspetti da chiarire.

«Non so che cosa sia successo. Lei si muoveva con la testa e io continuavo a colpirla, ma non so bene dove perché aveva il sacchetto in testa. A questo punto, resomi conto di cosa avevo fatto, le ho tolto il cappuccio e credo che fosse morta. Mi sono accorto di averle procurato molte ferite, dalle quali perdeva molto sangue». È un passaggio della confessione choc che mercoledì nel carcere bresciano di Canton Mombello ha visto Davide Fontana, bancario milanese di 43 anni, raccontare al gip Angela Corvi i dettagli dell’omicidio della vicina di casa ed ex compagna Carol Maltesi, 26 anni, il cui corpo fatto a pezzi era stato ritrovato in quattro sacchi neri la sera di sabato 19 marzo tra Borno e Azzone.

Al termine dell’interrogatorio, durato mezz’ora, il giudice ha confermato il carcere per Fontana per i gravi indizi di colpevolezza emersi per i reati di omicidio volontario, distruzione di cadavere e occultamento. Restano ancora comunque tanti aspetti da chiarire, a partire dalla stessa ricostruzione dei fatti fornita dal bancario e relativa a un gioco erotico finito male, nella casa di Rescaldina, nel Varesotto. Il gip bresciano ha poi disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Busto Arsizio, essendo il reato più grave avvenuto in quel territorio.

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