Orio decolla, ma Colognola soffre
«Un’altra estate chiusi in casa»

«La mattina ci svegliamo col rombo degli aerei, il pomeriggio siamo devastati dai continui sorvoli a bassa quota, la sera ci è impossibile goderci un po’ di tranquillità, parlare con familiari e amici, telefonare, guardare la tv».

«Qui a Colognola viviamo l’ennesima estate d’inferno, contrassegnata dall’insopportabile presenza degli aerei in decollo che a ritmi incessanti riversano il loro rumore ed i loro scarichi inquinanti sulle nostre case, sulle nostre vite, sulle nostre menti». C’è chi parte (5 milioni nell’estate di Orio) e chi resta a vedersi passare sopra la testa gli aerei. Comincia così l’appello dell’associazione «Colognola per il suo futuro». «La mattina ci svegliamo col rombo degli aerei, il pomeriggio siamo devastati dai continui sorvoli a bassa quota, la sera ci è impossibile goderci un po’ di tranquillità, parlare con familiari e amici, telefonare, guardare la tv».

«Mentre noi siamo devastati dal rumore, intorno percepiamo il silenzio dei tanti che, negli scorsi anni, denunciavano le intollerabili ricadute di un traffico aereo aumentato a dismisura, in uno scalo situato in un territorio fittamente urbanizzato. Ora, col ripristino dell’unica rotta su Colognola e con la riacquistata pace di altre zone che erano state interessate dall’impatto acustico, non si leva più nessuna voce di protesta!» rilevano da Colognola. Ieri un rappresentante, insieme agli altri Comitati, era in Provincia per far presente la situazione.

«Chi controlla l’aeroporto?»

«Noi tuttavia, vittime di tale situazione, ci chiediamo: dov’è la pubblica amministrazione che dovrebbe garantire i diritti di tutti i cittadini, anche dei nostri? Dove sono gli enti e le istituzioni che noi paghiamo affinché ci tutelino? Secondo la normativa, prima della definizione della zonizzazione acustica aeroportuale, è obbligatorio individuare lo “scenario di minimo impatto”: ma cosa si sta facendo in proposito? Abortito il tentativo di diversificare le rotte (unico modo per distribuire più equamente l’impatto acustico), tutto è tornato come prima».

«Quello attuale non è certamente lo scenario prescritto dalla normativa, ma quali procedure sta vagliando la Commissione aeroportuale per minimizzare il numero degli esposti oltre i 60 decibel, come la legge impone? E come mai il traffico aereo continua ad aumentare, nonostante non sia stato ancora autorizzato il nuovo Piano di sviluppo aeroportuale? Chi certifica la compatibilità ambientale dell’aeroporto?».

«Una situazione assurda»

«I Comuni dovrebbero garantire la salute dei cittadini, la Regione avrebbe dovuto e dovrebbe controllare l’osservanza delle prescrizioni della Valutazione di Impatto Ambientale. Ma quali? Quelle già disattese della Via 2003-2015? Quelle non ancora esistenti della nuova Via al 2030?». Affermazioni che confermano che, al di là della legittima esasperazione, il quadro normativo sia quanto mai poco chiaro.

«In questa assurda situazione, ci domandiamo che senso abbiano le leggi: cominciamo a pensare che esse siano solo carta straccia, senza alcun valore. In questa assurda e illegittima situazione, soprattutto, il silenzio delle istituzioni è stridente. A noi sembra che le condizioni di vita cui siamo condannati non possano essere definite se non come una vergogna per tutti».

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