Orobie, assalto anche senza sci
«Ma qui è naturale il distanziamento»

Sabato 20 febbraio tanti turisti sulla neve anche con la chiusura degli impianti sciistici. Clima quasi primaverile. Rischio valanghe 3. Lobati: è la prova che qui si può riaprire in sicurezza.

Avrebbe potuto essere un normalissimo sabato di metà febbraio, in Valle Brembana. Nonostante le restrizioni e le chiusure obbligate, complice la bella giornata, ieri le Orobie occidentali sono state meta di numerosi escursioni e scialpinisti. «Non si può parlare di ripresa – spiega Gaetano Bonetti, consigliere di Piazzatorre – perché gli impianti sono chiusi e gli alberghi anche (almeno a Piazzatorre due su tre sono chiusi). Le persone però ci sono, soprattutto i proprietari delle seconde case. Ci sono stati poi anche tanti pendolari di giornata: gente che viene in valle per fare un’escursione sulla neve o scialpinismo o ancora famiglie con i figli che vogliono fare bob, e poi tornano a casa la sera. Un trend abituale per questa strana e anonima stagione invernale».

A registrare il pieno di turisti è stato sicuramente Foppolo, dove il piazzale del parcheggio da cui poi si accede solitamente alle piste non aveva posti liberi per le auto già dal mattino. «Sì – conferma Jonathan Lobati, presidente della Comunità Montana Valle Brembana – a Foppolo (sono salito anche io) c’era tanta gente, soprattutto persone col bob e qualche scialpinista, ma gli spazi sono talmente grandi che non si sono creati assembramenti e le attività hanno potuto lavorare un poco così. È un peccato, perché visto come è andata la giornata le stazioni sciistiche si sarebbero potute aprire in sicurezza».

Anche le piste da sci di fondo hanno accolto parecchi appassionati. «Noi abbiamo avuto sempre gente, quando è stato possibile per le norme – racconta Elio Tiraboschi, referente del servizio piste dello Sci Club Valserina che gestisce le piste di fondo e discesa della Conca dell’Alben di Serina e Oltre il Colle –, e anche oggi (ieri per chi legge) ci sono state diverse persone, ovviamente belli distanziati e con le protezioni necessarie».

In Val Seriana

Anche in Val Seriana, malgrado l’apertura degli impianti sia stata posticipata al prossimo 5 marzo, le piste sono state invase da sci alpinisti, ciaspolatori o semplici escursionisti, come dimostrano le varie web cam posizionate in quota; parcheggi pieni a Colere, Monte Pora, Passo della Presolana, Spiazzi di Gromo e Lizzola.Non più tardi di una settimana fa avevamo assistito ad un crollo delle temperature. Il valore più basso (-21,9°C) era stato registrato dalla stazione del Centro meteo lombardo posta ai 3.050 metri del Pizzo Coca. Ieri, invece, la primavera (all’inizio di quella meteorologica mancano però ancora una decina di giorni) ha deciso di regalare un primo assaggio se si considera che la stessa stazione meteo ha segnato, nella mattinata di venerdì, una temperatura minima di -5 gradi.

Il bollettino emesso da Arpa Lombardia indica un grado di pericolo moderato in aumento a marcato (indice 3 su una scala di 5). Su alcuni pendii ripidi in quota il distacco di lastroni, presenti nelle zone sottovento, è possibile solo con forte sovraccarico mentre in presenza di neve bagnata anche con debole sovraccarico. L’attività valanghiva spontanea può interessare invece i versanti meridionali con distacchi di neve umida o bagnata che possono essere di medie o grandi dimensioni.

In presenza di movimenti basali, spesso riconducibili alla formazione di aperture nel manto nevoso (denominate a «bocca di balena»), si possono verificare distacchi di fondo di medie dimensioni. In quest’ultimo caso – conclude il comunicato- non bisogna infatti dimenticare che il movimento è sempre in atto e può portare al collasso della massa di neve in qualsiasi momento.

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