Palazzo Roncalli torna a splendere
Al via il cantiere su facciate e affreschi

Città Alta, partirà il 22 marzo l’intervento sull’edificio affacciato su piazza Mascheroni. Quattro mesi per ripulire gli intonaci e riportare alle tonalità originarie le decorazioni.

Tornano all’antico splendore le facciate di palazzo Roncalli, in piazza Mascheroni. Fra qualche giorno verranno montati i ponteggi necessari al recupero di uno degli angoli più suggestivi e delle piazze più belle di Città Alta. Col tempo l’intonaco ha lasciato i suoi segni e il progetto, curato dallo studio Archeoproject con gli architetti Silvia Lanzani, Alessia Facchi e Cristina Bresciani, punta a restituire alle facciate l’antico decoro, assieme ai bellissimi affreschi di Giovanni Busi, alunno del Giorgione, che saranno recuperati dal restauratore Marco Virotta. Tra putti, cavalli e teste leonine, vi si trova raffigurato anche un giovane con lo scettro, una Venere e un suonatore di flauto, ma anche la raffigurazione di un uomo e una donna intenti a spostare sacchi contenenti grano che, a causa di una parte mancante del dipinto, traggono in inganno facendo intravvedere un bacio.

Arrivate le autorizzazioni dalla Sovrintendenza e presentata la Scia in Comune, l’impresa Brignoli inizierà il 22 marzo gli importanti lavori di restauro e risanamento conservativo, che dureranno circa 4 mesi.

Palazzo Roncalli ha una lunga storia e per Bergamo è un autentico simbolo: basti ricordare che in uno degli appartamenti piano nobile dell’edificio, nella notte tra il 12 e il 13 marzo del 1797, venne firmato l’accordo per il ritiro di Venezia da Bergamo con la conseguente nascita della Repubblica autonoma di Bergamo, che si concluse poco dopo con l’arrivo dei francesi.

Collocato all’interno della Cittadella viscontea, venne costruito per volontà della Repubblica di Venezia nel XVI secolo. Il fabbricato svolse anche una funzione di loggia e magazzino della mercanzia che arrivava a Bergamo dalla Val Brembana. Proprio a questa funzione è legata la fisionomia della facciata che, originariamente, aveva una porta d’ingresso principale e due laterali. L’immobile venne realizzato nelle vicinanze delle mura Viscontee erette dai milanesi nel 1300, inglobando una delle undici torri di guardia tuttora conservata assieme ad altre due. Negli anni il palazzo è stato oggetto di diversi interventi di ristrutturazione e di modifiche e cambiò proprietà passando dalla famiglia Albani ai Roncalli, da cui prese il nome. Dal XVII secolo alcuni dei dieci appartamenti passarono alla famiglia Benaglio, che la utilizzò come residenza privata. Nel Novecento Palazzo Roncalli fu ristrutturato grazie alla maestria dell’architetto Sandro Angelini, che gli diede un’impronta più moderna, salvaguardandone quelle che erano le caratteristiche storiche e architettoniche delle facciate.

Le stesse che oggi verranno riportate alla loro originaria bellezza, insieme all’androne dell’edificio.

«Faremo tornare il palazzo agli antichi splendori – commenta Silvia Lanzani, progettista e direttore artistico per lo studio Archeoproject di Bergamo -. Lavoreremo per risolvere i problemi di umidità, in modo da far respirare i muri e risanare la struttura. Gli affreschi sono ricomparsi solo negli anni Otttanta, perché prima erano stati coperti e nel lavoro di pulizia andremo proprio a togliere le parti aggiunte in maniera inappropriata, seguendo le indicazioni della Sovrintendenza, che ringraziamo per il supporto fornito anche durante i mesi della pandemia. La facciata e gli affreschi verranno puliti e riportati ai colori originali, con un consolidamento della superficie, in modo da restituire anche alla cittadinanza la bellezza di Palazzo Roncalli».

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