Passaggi a livello con tempi lunghi
Il Comune di Curno diffida Rfi

Il rischio (concreto) che si allunghino i tempi dei trafficatissimi passaggi a livello a Curno, da 60 secondi a sei-sette minuti, spaventa non solo gli automobilisti, ma anche l’amministrazione comunale.

Il sindaco Luisa Gamba ha inviato una diffida a Rfi (indirizzata al direttore generale della Rete Ferroviaria Italiana Maurizio Gentile e alla Direzione della produzione Rfi) perché «non effettui i lavori di trasformazione dei due passaggi a livello a semibarriere, ubicati sul territorio di Curno».

Sono quelli «alle Crocette su via Roma e nella zona del centro commerciale direzionale Le Zebre su via Fermi, entrambi in prossimità della Briantea sulla linea ferroviaria Carnate-Bergamo, in passaggi a livello a barriere complete sino alla realizzazione delle soluzioni viabilistiche alternative».

Una presa di posizione chiara, netta del primo cittadino perché i lavori e il conseguente allungamento dei tempi dei passaggi a livello creerebbe problemi di traffico enormi non solo a Curno, ma anche a Bergamo e ai paesi vicini. Ergo, la richiesta messa nero su bianco: «Non dovete realizzare – si legge nella diffida – alcun intervento di modifica sui due passaggi e astenersi da ogni modifica che possa aumentare i tempi di chiusura degli stessi sino all’esito e alla messa in pratica delle soluzioni alternative necessarie a rispondere alle criticità in termini di sicurezza e viabilità evidenziate dallo stesso Ministero dell’Interno Dipartimento Pubblica Sicurezza, Compartimento della polizia stradale per la Lombardia- sezione di Bergamo che hanno dato conferma di rilievi negativi». Il primo cittadino è tranchant e segnala che «ogni danno alla sicurezza collettiva e individuale, incidente e disfunzioni lesive di diritti soggettivi e interessi legittimi verrà addebitato esclusivamente alla società». La querelle va avanti da tempo. Un passo indietro: nel maggio scorso Rfi comunica al Comune di Curno di voler mettere in sicurezza i due passaggi a livello con barriere complete, ma questa trasformazione comporterebbe tempi maggiori di chiusura degli attraversamenti, dagli attuali 50/60 secondi a circa 6/7 minuti. L’amministrazione risponde a Rfi, evidenziando le conseguenze di questo intervento su viabilità e sicurezza e chiedendo soluzioni che non contemplino l’allungamento dei tempi di chiusura. Dopo diversi incontri a livello provinciale, regionale e in Prefettura con la partecipazione dei Comuni confinanti e rimpalli di pareri, ad agosto, «senza alcuna comunicazione al Comune, ai due passaggi a livello vengono realizzati dei manufatti ed è stato depositato materiale da parte di Rfi per attuare interventi di modifica dei passaggi a livello».

Ora la presa di posizione decisa del Comune di Curno, dopo la mozione approvata all’unanimità in Consiglio comunale prima dell’estate. Sulla questione interviene il consigliere regionale Niccolò Carretta (Lombardi Civici Europeisti e coordinatore Lista Gori): «Un vero e proprio pasticcio di Rfi che non tiene conto del grave danno in termini di traffico in quelle zone: aumentare di 6 volte l’attesa in due passaggi a livello in zone così importanti di raccordo significa aumentare i tempi di percorrenza oltre i limiti accettabili. Depositerò un’interrogazione scritta all’assessore Terzi affinché Regione, nel più breve tempo possibile, si faccia parte attiva presso il Ministero per tutelare i cittadini di Curno e Mozzo. L’obiettivo dovrebbe essere quello di sostituire i passaggi a livello, non di aumentare l’attesa mettendo in ginocchio la viabilità locale». L’assessore regionale ai Trasporti, Claudia Terzi spiega: «Abbiamo appoggiato subito la richiesta del Comune di Curno. Rfi però ha spiegato che l’intervento deriva da una norma statale legata a nuovi standard di sicurezza. Abbiamo chiesto quindi a Rfi di anticipare gli interventi sulla viabilità connessi al raddoppio Ponte-Montello così da creare un’alternativa al passaggio a livello. Ad oggi però non è stato possibile individuare con l’amministrazione comunale un’ipotesi condivisa. Questa sarebbe senza dubbio, la soluzione migliore anche per il futuro. Un’eventuale deroga, infatti, laddove possibile sarebbe comunque solo temporanea».

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