Pedemontana, partenza flop
59% di traffico in meno del previsto

I dati del neopresidente Di Pietro. Giovedì 12 ottobre incontro con i sindaci bergamaschi.

Da gennaio a settembre 2016 il traffico di auto sull’autostrada Pedemontana è stato il 59% in meno rispetto a quanto previsto dal piano economico finanziario 2014 dell’opera. Ma secondo il presidente della società, l’ex magistrato Antonio Di Pietro, le auto «stanno aumentando» e aumenteranno ancora «man mano che si aprirà l’autostrada». In particolare, di tutta le tratte finora aperte, quelle che «soffrono» di più sono le due tangenziali: meno 78% di traffico quella di Varese e meno 72% quella di Como. Finora l’autostrada è percorribile da Cassano Magnago a Cesano Maderno, passando per Lomazzo e Lentate sul Seveso. Il progetto prevede l’estensione ad Est attraverso la Brianza, fino ad innestarsi sull’A4 all’altezza di Osio Sotto.

I dati sono stati forniti dalla società alla commissione Bilancio del Consiglio regionale della Lombardia, che ha ascoltato stamane Di Pietro, il quale ha risposto a una richiesta di audizione avanzata dal M5S. Ha partecipato anche il presidente della società Milano Serravalle, Maura Carta. Per quanto riguarda gli incassi dai pedaggi, da novembre 2015 ad agosto 2016 il ricavo netto della Pedemontana è di circa 17 milioni di euro. Di questi, 3 milioni e 900 mila non sono stati ancora pagati dagli automobilisti. Circa 2 milioni e 400 mila euro potranno essere recuperati con un sollecito. Finora sono stati formalizzati solleciti di pagamento per 659mila euro, di cui recuperati 199mila euro. «Ci sono meno evasori rispetto all’inizio», ha detto Di Pietro in commissione, spiegando che sui pedaggi bisogna informare e facilitare i cittadini e che una delle ipotesi potrebbe essere coinvolgere le tabaccherie.

«I dati che abbiamo raccolto sono tragici», commenta il consigliere regionale grillino Stefano Buffagni. «È del tutto evidente che stiamo pagando il conto di una cattiva progettazione e l’illusione d’incassi che mai si realizzeranno. Non è possibile concepire un’infrastruttura i cui costi, secondo l’appaltatore, sono ormai più che raddoppiati. E non siamo nemmeno a metà dell’opera. Pedemontana è un suicidio manageriale, imprenditoriale e ambientale e va fermata, non possiamo permetterci di svendere il futuro dei lombardi con milioni di euro di debiti sulle loro spalle. Se oggi è realizzata la prima parte dell’autostrada è solo frutto di stime di incasso gonfiate. Per di più dobbiamo ancora chiudere le posizioni aperte sul passato e fare le compensazioni ambientali su quanto già realizzato. M5S non mancherà di tenere i fari puntati sulla vicenda: nel buco nero di Pedemontana ci sono i soldi dei lombardi. Per fermare questo scempio Maroni dovrebbe nominare Di Pietro commissario liquidatore della società». conclude il consigliere.

Di Pietro, nelle scorse settimane aveva annunciato che «Pedemontana si farà tutta», mettendo un po’ in agitazione i sindaci bergamaschi i cui paesi sono interessati dalla realizzazione del nuovo tracciato.Ormai convinti che l’opera fosse finita nel dimenticatoio almeno fino al 2019 per mancanza di fondi, i sindaci sono rimasti spiazzati dall’annuncio. Il primo Comune a muoversi è stato Brembate: ha immediatamente scritto alla società e a Cal (Concessioni autostradali lombarde) per chiedere un incontro. La risposta è stata tempestiva: l’appuntamento è fissato per il 12 ottobre alle 17 a Bergamo. Nella sede della Provincia ci saranno anche i rappresentanti di Pedemontana, Di Pietro in testa, quelli di Cal, della Regione e ovviamente dei Comuni.Per il tracciato completo di Pedemontana cliccate qui.

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