«Polizia locale attiva 24 ore su 24»
La replica del Comune: irrealizzabile

Siglato un accordo quadro tra ministero dell’Interno e presidente dei Comuni: i vigili rilevino gli incidenti anche la notte.

Il ministro dell’Interno e l’Anci siglano un accordo quadro per estendere anche agli orari notturni l’operatività delle polizie locali dei capoluoghi di provincia con oltre centomila abitanti, comprendendo tra i primi 14 Bergamo, ma dal Comune arriva una stroncatura a priori: «La proposta è irrealizzabile tecnicamente ed economicamente, perché servirebbero 60 agenti in più e due milioni di euro». Parola del vicesindaco e assessore alla Sicurezza di Palazzo Frizzoni, Sergio Gandi, che rispedisce al mittente in maniera netta l’accordo quadro tra Viminale e Associazione nazionale dei Comuni italiani.

In realtà l’ipotesi di far lavorare anche di notte la polizia locale soprattutto per rilevare gli incidenti stradali – e alleviare così le altre forze dell’ordine, che potrebbero maggiormente dedicarsi al controllo del territorio e al contrasto dei reati – è un leitmotiv che, da almeno due decenni, torna regolarmente sul tavolo degli amministratori cittadini. Ma che non si è mai concretizzato negli anni (tranne che per specifici servizi), proprio perché costi e personale non lo hanno mai consentito. Per questo l’accordo quadro di Viminale e Anci si è abbattuto come una mannaia dalle parti di via Coghetti, dove ha sede la polizia locale. Il documento siglato giovedì mattina al Viminale dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e dal presidente Anci, Antonio Decaro, si incentra tutto proprio sulla necessità di «consentire agli organi territoriali delle forze di polizia di garantire un più efficace controllo del territorio e di rafforzare l’azione di prevenzione e repressione dei reati». Per questo, «le polizie municipali delle città capoluogo metropolitano, dei capoluoghi di regione e dei capoluoghi di provincia, sono chiamate a svolgere un ruolo preminente nell’espletamento dei servizi di polizia stradale sulla viabilità urbana, compresa la rilevazione degli incidenti stradali, nell’intero arco delle ventiquattro ore».

Ed è questo il punto che ha fatto sobbalzare sulla sedia il vicesindaco. «La proposta di estendere i servizi stradali alle polizie locali lungo l’arco delle 24 ore allo stato attuale è irrealizzabile tecnicamente ed economicamente per tutti i Comuni, non solo per Bergamo – è tranchant Gandi –. L’accordo quadro non è proponibile allo stato attuale delle cose. Per poter garantire il servizio la notte, quando la polizia locale non è in servizio e i nostri agenti sono a casa, dovremmo assumere almeno altre 30 pattuglie, per un totale di oltre 60 persone, tra turnazione, ferie e soprattutto controllo del territorio. Un numero tale di assunzioni prevede una spesa di quasi 2 milioni di euro, che andrebbero appostate sulla parte corrente del bilancio, quella dei servizi sociali e delle scuole. Per farlo, dovremmo dunque tagliare questi servizi essenziali, già ridotti all’osso dopo il lungo processo di spending review e contrazione della spesa dei Comuni. Ma, anche se decidessimo di farlo, la legge ce lo impedirebbe comunque, perché sfonderemmo il tetto di spesa del personale per il nostro Comune previsto dalle leggi dello Stato. Non ha senso».

In realtà l’accordo quadro, per le «amministrazioni comunali che, al momento, non dispongono di adeguate risorse finanziarie, strumentali o umane», prevede che «l’assunzione del ruolo nelle nuove attività venga progressivamente assicurata, a partire dai Comuni con popolazione superiore ai 100.000 abitanti, per poi essere estesa gradualmente ai rimanenti Comuni». Viminale e Anci hanno poi messo nero su bianco «le progettualità inerenti lo scambio informativo, l’interconnessione delle sale operative tra la polizia municipale e le forze di polizia e l’aggiornamento professionale integrato per gli operatori della polizia municipale e delle forze di polizia, con particolare riguardo alla sicurezza stradale». Il tema centrale resta però l’estensione dell’orario di servizio dei vigili sulle 24 ore. In città al momento il 96% degli incidenti stradali viene rilevato dalla locale: «Per il residuale 3-4% dei sinistri stradali – evidenzia ancora il vicesindaco Sergio Gandi – e per qualche controllo di velocità dovremmo spendere due milioni di euro in più che non possiamo spendere, tagliare i servizi, stravolgere il nostro metodo di lavoro senza che ci venga riconosciuto alcunché, soprattutto come risorse».

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