Reati, nel 2020 sono diminuiti
Il calo è del 25 per cento

Dai 44.515 reati denunciati a Bergamo e provincia nel 2019 si è scesi quest’anno a 32.864, 11.651 in meno. Il questore: con il Covid più gente a casa, ma noi più presenti sul territorio.

«È stato un anno di pandemia, con meno gente in circolazione per i divieti dovuti all’emergenza sanitaria, ed è così ovvio che i delitti denunciati siano notevolmente diminuiti», afferma il questore Maurizio Auriemma. Il quale, però, fa anche capire che non è solo questione di criminalità depotenziata dai vari lockdown. Perché la presenza sul territorio della Polizia di Stato e delle altre forze dell’ordine («e grazie anche al significativo contributo dell’Esercito») non è calata, e anzi - per quanto riguarda la questura - è aumentata: «Ci sono stati circa 4.000 posti di controllo in più (da 145 a 4.164) e 20.000 persone identificate in più (da 19.851 a 39.406)». Questo perché dal 14 febbraio la questura di Bergamo è passata da fascia ordinaria a fascia elevata, «promozione» non dovuta all’emergenza Covid che nella prima ondata di contagi vedeva Bergamo provincia più colpita, ma determinata prima che scoppiasse la pandemia, sulla base di indicatori Istat. Ciò ha comportato un aumento di organico. La riduzione dei reati denunciati a tutte le forze di polizia in Bergamasca rispetto allo scorso anno si riduce di una percentuale vicina al 25 %. Nel 2019 in città i reati denunciati erano stati 7.800; quest’anno sono 5.660. In provincia nel 2019 erano 36.715 e ora sono invece 27.204.

Calano i furti. Nel 2019 erano stati 19.600 (3.454 in città, 16.146 in provincia), nel 2020 sono 12.257 (2.390 in città, 9.867 in provincia): 7.343 in meno. In particolare i furti in abitazione passano dai 3.161 del 2019 (365 in città, 2.796 in provincia) ai 1.906 del 2020 (241 in città, 1.665 in provincia). Anche i furti di auto sono meno rispetto a un anno fa: 545 (101 in città, 444 in provincia) contro i 758 del 2019, per una differenza di -213. In leggero aumento sono invece le rapine (+9): 380 sono state nel 2019 (79 in città, 301 in provincia), 389 nel 2020 (91 in città, 298 in provincia).

Diminuiscono le denunce per reati sessuali: 116 nel 2019 (15 in città, 101 in provincia), 94 nel 2020, e cioè 22 in meno. Calano pure le estorsioni. Lo scorso anno erano state 179 (33 in città, 146 in provincia), quest’anno sono state 143, vale a dire 33 in meno. In controtendenza sono invece le truffe e le frodi informatiche. Erano 3.542 (587 in città, 2.995 in provincia) lo scorso anno, sono state 3.670 (550 in città, 3.120 in provincia) nel 2020, 128 in più. E proprio in questo settore sono in vista novità. «La criminalità si evolve – osserva il questore – e anche noi dobbiamo farlo. Il Dipartimento ha intenzione di realizzare per il 2021 un ufficio particolare che si occupi di tutto ciò che ha a che fare con la cibernetica. È in previsione un accorpamento che interesserà la polizia scientifica e quella postale. Anche a Bergamo, secondo le linee che giungeranno dal Dipartimento, sarà così».

Diminuiscono i danneggiamenti: nel 2019 erano 5.664 (953 in città, 4.711 i provincia), quest’anno sono stati 4.574 (655 in città, 39.19 in provincia), e cioè 1.090 in meno. Il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti rimane più o meno in linea: 679 (149 in città, 530 in provincia) nel 2019, 654 (141 in città, 513 in provincia) nel 2020. In netto calo i sequestri: l’eroina passa dai 5.530 grammi sequestrati nel 2019 ai 540 del 2020; la cocaina da 41.953 grammi a 4.110; l’hashish invece aumenta da 3.375 a 3.536 grammi; stessa tendenza per la marijuana che passa da 3.381 a 5.576. Calano gli omicidi: erano stati 8 (tutti in provincia) nel 2019, sono scesi a 5 (1 in città, 4 in provincia) quest’anno. Aumentano invece i Daspo: dai 23 del 2019 ai 28 del 2020. «Questo perché sono relativi a partite disputate prima che gli stadi venissero chiusi al pubblico», spiega Auriemma. La polizia scientifica invece ha beneficiato del lockdown: meno manifestazioni e partite di calcio hanno permesso agli interventi di ordine pubblico di scendere dai 157 del 2019 ai 140 del 2020, sicché gli agenti si sono potuti concentrare su indagini condotte dalla Procura. Più che dimezzati i fotosegnalamenti dovuti alla legge sull’immigrazione: da 7.790 sono scesi a 3.371. Quasi dimezzati i permessi di soggiorno rilasciati: da 40.130 a 21.000; così come in picchiata sono le istanze dei permessi di soggiorno: da 41.101 a 24.715. La pandemia ha portato variazione anche alla tipologia di lavoro della Squadra mobile. Meno persone arrestate (da 109 a 75), stesso numero di denunce (61), ma è interessante vedere per quali casi. Gli arresti in esecuzione di provvedimenti dell’autorità giudiziaria sono scesi da 79 a 27, quelli per stupefacenti da 24 a 17. Sono aumentati di poco gli arresti per reati contro la persona (da 5 a 7), mentre si è passati da 0 a 12 per gli arresti relativi a reati contro il patrimonio e sempre da 0 a 12 per gli arresti relativi ad altri casi. In controtendenza i dati della Digos: 8 gli arresti contro 1 del 2019; 126 le denunce, contro le 91 del 2019.

Il Covid ha inciso anche sul lavoro della divisione Pasi della questura: meno viaggi all’estero e dunque meno istanze volte al rilascio del passaporto (da 37.100 a 15.644) e meno passaporti consegnati (da 35.210 a 16.692). Sono aumentati invece le licenze per il porto del fucile da caccia rilasciate dall’Ufficio armi: da 1.435 a 1.531. Per quanto riguarda la squadra amministrativa della questura, dai 19 esercizi sanzionati (2 attività sospese) in base all’articolo 100 del Tulps (leggi di pubblica sicurezza) nel 2019 si è passati agli 8 del 2020. Quest’anno però si registrano anche sei chiusure di esercizi e 24 sanzioni per violazione delle norme Covid. Per quanto riguarda il commissariato di Treviglio, i dati sono in aumento, a parte gli arresti che diminuiscono di una unità (da 12 a 11): 181 denunciati (132 nel 2019), 11.180 persone controllate (8.282), 154 posti di controllo (142), 4.116 veicoli controllati (3.004), 1.541 servizi di pattuglia (1.400); 49 le sanzioni Covid.

Risultati insperati, alla luce dell’emergenza Covid che ha colpito anche molti di noi – osserva il questore –. Nonostante questo, abbiamo sempre cercato di essere presenti sul territorio, con la doppia missione di combattere il crimine e far sì che la gente rimanesse a casa in modo da ridurre i contagi. Il vescovo Francesco Beschi ha riconosciuto il merito alla Polizia di Stato e alle altre forze di polizia di essere rimasti sul posto, garantendo presenza sul territorio, interventi di soccorso e anche ascolto dei cittadini».

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