Record di culle piene a Treviglio
In ottanta giorni 243 nuovi nati

Culle piene in ospedale: sono 34 in più rispetto al 2017. Il direttore di Ostetricia e Ginecologia: «Nessun segreto, ma competenza e assistenza».

Un autentico baby boom a Treviglio: 243 bambini venuti alla luce nella sala parto dell’ospedale dal 1° luglio al 23 settembre. Ben 34 in più rispetto allo stesso periodo del 2017. Letti occupati come non succedeva da tempo.

L’11 settembre è stato registrato il picco di 6 neonati in 24 ore e di 25 in soli sei giorni. Antonella Villa, dal 1° novembre dello scorso anno direttore dell’Ostetricia e Ginecologia dell’Asst Bergamo Ovest osserva: «Il calo delle nascite è un fenomeno nazionale, facciamo meno figli e già da diversi anni le donne hanno cominciato a guardare a ospedali diversi rispetto a Treviglio, ma dal mio arrivo i numeri sono in ripresa, sia in Ostetricia sia in Ginecologia. Il bilancio su base annua è ancora negativo, ma abbiamo registrato una decisa inversione di tendenza, tanto più positiva di fronte a un generale calo dei nuovi nati».

Villa dirige i reparti dopo avere maturato una lunga esperienza all’Ospedale di Bergamo prima e alla Clinica Mangiagalli poi: «In Lombardia ci sono tanti centri di buon livello ed è giusto che le donne si rivolgano alla struttura che ritengono offra maggiori garanzie. Per questo stiamo costruendo due nuovi progetti per le donne in gravidanza, sulla presa in carico della donna in attesa e sulla diagnosi prenatale».

Un’iniziativa prevede che, alla prima visita ostetrica, il ginecologo analizzi i fattori di rischio della gravidanza - età della donna, patologie croniche o altro -, indirizzando poi la paziente verso l’ambulatorio più adatto: quello gestito dalle ostetriche per le situazioni fisiologiche, l’ambulatorio medico o quello specifico per le gravidanze a rischio se vi sono fattori da tenere sotto controllo.

«Non solo – sostiene Antonella Villa – una volta che la donna sceglie di farsi seguire da noi, tutto il percorso viene programmato. Fissiamo gli appuntamenti, dal counseling prenatale, ai test per la diagnosi prenatale, fino alle ecografie, un esame che spesso è difficile riuscire a fissare nei tempi previsti, ma che in questo caso avrebbe un’agenda dedicata alle nostre pazienti».

La riforma dei percorsi di diagnosi prenatale vede invece la reintroduzione del bitest, o traslucenza nucale, previsto dai Lea (Livelli essenziali di assistenza) del 2018, come primo test: «Non è invasivo, possiamo proporlo alle pazienti indipendentemente dalla loro età – prosegue Villa -, negli incontri di gruppo viene illustrata questa possibilità e fissiamo gli appuntamenti per chi desidera eseguire il test. In base all’esito, potranno poi scegliere se sottoporsi ad amniocentesi o villocentesi».

Da sempre il fiore all’occhiello dell’ospedale di Treviglio è stata una delle più basse percentuali di parti cesarei, attorno al 19% nel primo semestre di quest’anno, contro una media nazionale del 25%: poche anche le episiotomie, il «taglio» spesso praticato nella fase espulsiva, sempre a rischio di complicanze caratterizzate da dolore, infezioni e danni al pavimento pelvico, fatto solo a 13 donne su 100.

Numeri che dimostrano il forte impegno per un parto il più fisiologico possibile: «Nessun segreto particolare – commenta Villa – ma la competenza nell’interpretare i tracciati, l’assistenza uno a uno che è possibile nella nostra struttura e soprattutto il fatto di crederci».

È possibile anche partorire senza dolore, possibilità finora scelta solo dal 14% delle donne: «Per motivi culturali, dato che le donne per il 55% sono straniere – ha sottolineato Antonella Villa –, ma anche perché sono ancora poche le future mamme che si sottopongono alla visita anestesiologica pre parto, necessaria per eseguire la procedura al momento del parto. In caso di emergenza però da pochi mesi è disponibile la sala per le urgenze adiacente al blocco parto, per eseguire un cesareo in pochissimi minuti senza doversi trasferire dal quart

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