Reddito di cittadinanza, niente più requisiti
In Bergamasca decaduti 873 beneficiari

Da gennaio a marzo hanno perso l’assegno di cittadinanza. A un anno dall’avvio sono 5.843 i nuclei famigliari che ricevono il sostegno.

Chi si aspettava il boom dovrà ricredersi. A un anno dal lancio, in provincia di Bergamo calano i beneficiari del reddito di cittadinanza. Dopo una crescita contenuta e costante negli ultimi mesi del 2019, da gennaio ad oggi il lavoro di verifica delle domande presentate in provincia ha portato a una netta diminuzione dei nuclei beneficiari e quindi anche delle persone coinvolte nella misura di sostegno varata a marzo 2019. Dai 6.103 beneficiari e 15.363 persone coinvolte di gennaio 2020 si passa, con l’ultimo aggiornamento Inps datato 8 aprile, a 5.843 nuclei beneficiari e 14.313 persone coinvolte con un importo medio di 474 euro. Un calo, contenuto (-4,2%), ma pur sempre un calo. L’andamento bergamasco non rispecchia quello a livello nazionale, che ha registrato un incremento del 10% da 1,119 milioni agli attuali 1,28 milioni.

A cosa è dovuta questa diminuzione? Il motivo sta tutto alla voce «domande decadute». In provincia di Bergamo infatti sono passate da 490 a 1.363. E quindi in soli due mesi, da gennaio a marzo, sono 873 le persone che hanno perso i requisiti necessari a ricevere l’assegno mensile. È l’effetto del rinnovo degli Isee, obbligatorio entro il 31 gennaio scorso. La variazione di situazione reddituale o famigliare ha fatto scattare lo stop da parte dell’Inps.

Un dato destinato a cambiare nei prossimi mesi. Gli effetti delle misure restrittive imposte dal governo per limitare il diffondersi del contagio infatti avranno conseguenze soprattutto sulle persone in difficoltà. Solo con la ripartenza si potrà capire come l’economia riuscirà a ripartire, soprattutto se riuscirà a ripartire. Facile intuire che l’erosione del reddito annuale causata dal blocco totale delle attività economiche porterà a un aumento della platea dei possibili beneficiari del reddito di cittadinanza. Fino ad oggi il governo ha garantito un sostegno alternativo alle misure già in campo, come il bonus da 600 euro per autonomi e professionisti, i buoni spesa erogati dai singoli Comuni e il reddito di emergenza che affiancherà il reddito di cittadinanza per le prossime settimane. Per la ripresa, sperando che si possa definire tale, però servirà uno sforzo ulteriore per aiutare le famiglie.

Difficile anche capire come cambieranno tutte le procedure per i colloqui obbligatori tra i beneficiari e i navigator. Ad oggi nei centri per l’impiego della provincia di Bergamo tutti i dipendenti stanno lavorando da casa in smart working, nel rispetto del decreto del governo. Il percorso di ricerca del lavoro è però di fatto bloccato perché le aziende non conoscono ancora il loro futuro e lo stesso vale per chi attende un’opportunità. Un limbo che allungherà i tempi per tutti. Per ora Inps ha disposto la sospensione degli obblighi di comunicazione delle variazioni fino al 1° giugno 2020. È solo una tregua. Poi si vedrà.

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