Riapertura nidi con nuovi standard
Patto scuola-famiglia sulla sicurezza

Il rapporto educatori-bambini e gli spazi: confronto Regione, Comuni e gestori
Ma al centro resta la «corresponsabilità», in attesa dei piani delle Ats sul monitoraggio.

Il nodo cruciale sarà la collaborazione scuola -famiglia, quel «patto di corresponsabilità» su cui anche l’assessore regionale alle Politiche sociali Stefano Bolognini si era concentrato martedì, al termine dell’incontro tra Pirellone, sindacati, Anci (l’associazione dei Comuni) e gestori delle strutture pubbliche e private che si occupano degli asili nido. Perché se dal punto di vista formale nell’organizzazione dei nidi non cambierà molto (rapporto insegnante -bambini e metri quadri per bambino rimarranno invariati rispetto alla situazione pre Covid), nel concreto cambierà tutto.

L’incontro

«La riunione con la Regione è stata molto partecipata e si è svolta in un clima molto collaborativo – racconta Loredana Poli, assessore all’Istruzione del Comune di Bergamo e presidente del Dipartimento Istruzione di Anci Lombardia –. Come hanno spiegato sia l’assessore Bolognini sia il direttore generale Giovanni Daverio, si trattava di un incontro di confronto, con uno sguardo anche al futuro, per individuare i modi di monitorare anche le situazioni che si presenteranno in futuro. Come è stato sottolineato, gli standard di funzionamento rimarranno quelli della situazione pre Covid, modificati l’ultima volta lo scorso febbraio».

Gli standard

Alcuni esempi? «Il rapporto educatori-bambini di uno a sette e, per quanto riguarda gli spazi, 20 metri quadri in generale a cui se ne aggiungono sei per ogni bambino – continua l’assessore Poli–. Si tratta delle regole solite, quelle base per poter accreditare le strutture. Da questo punto di vista quindi non cambierà nulla, ma agli standard qualitativi e quantitativi soliti dovranno essere integrati nuovi standard di sicurezza».

E la sicurezza

Integrati cioè dagli standard previsti nelle linee guida per il sistema 0 – 6 anni, a cui manca ancora una parte relativa alla sicurezza dei lavoratori, un documento che è atteso a breve e che verrà siglato dal ministero del Lavoro, dai sindacati, da Anci e dalla Conferenza Stato Regioni.

Le incognite

«Le domande dei presenti all’incontro – aggiunge Poli – si sono concentrate sugli aspetti più organizzativi dei “gruppi bolla” (il gruppo stabile e rintracciabile con il proprio educatore), di questi gruppi ristretti cioè in cui verranno organizzati i lavori. Perché nel dispositivo di funzionamento si specifica il rapporto educatore – bambino, ma non quanto debbano essere grandi le sezioni, per esempio».

Altri dubbi sono relativi «al tempo scuola. Nei dispositivi si parla di gruppi stabili nel rispetto della migliore organizzazione possibile; viene mantenuto un livello di genericità abbastanza ampio perché ogni struttura è diversa dalle altre: una misura identica per tutti sarebbe impensabile. Da parte di Regione c’è stata una grande apertura, una grande disponibilità al confronto (anche futuro) e una grande consapevolezza delle differenze degli edifici».

I diversi ruoli

Un ruolo cruciale lo avranno anche le Ats, «che stanno lavorando a un protocollo specifico per il supporto e il monitoraggio delle attività scolastiche – spiega Poli –. Un protocollo fondamentale, che sarà traducibile in attività concrete. Come sappiamo anche l’Istituto superiore di sanità sta lavorando a modalità di tracciamento e di verifica di eventuali positivi».

Alle famiglie verrà chiesta molta collaborazione. «Verrà proposto un vero e proprio patto di corresponsabilità secondo il quale anche le famiglie si impegneranno a tenere a casa i bambini con i sintomi. E nel caso in cui un bambino mostri i sintomi della malattia a scuola o nel nido verrà mandato a casa. Improbabile però che a quel punto scatti subito il tampone, più probabile che il bambino venga preso in carico dal pediatra e sottoposto a tutte le verifiche del caso». Con accertamenti sia sui bambini sia sulle famiglie.

«Su questi temi aspettiamo il documento delle Ats – conclude Loredana Poli –. Nell’incontro è stato chiesto alla Regione anche quali sono i progetti rispetto al piano vaccinale che verrà messo in campo il l prossimo autunno: si tratta di un altro tema fondamentale, sul quale Regione ci ha ribadito il suo impegno : ci sta lavorando».

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