Rotte di Orio, due anni di flop
E adesso che succede ai voli?

Ricostruiamo nel dettaglio tutti i passaggi che hanno portato alla sospensione delle rotte sperimentali lanciate due anni fa e tentate più volte, con correttivi in corsa, da giugno 2017.

I cittadini se n’erano già accorti, perché sopra le loro teste c’erano gli aerei e invece non ci dovevano essere. Ora il fallimento della sperimentazione è stato certificato tutti, anche da Arpa, e le «nuove» rotte sono state sospese. Un lavoro lungo due anni che non ha dato gli esiti sperati, anzi ha fatto spazientire più volte i sindaci dei Comuni dell’hinterland riuniti nella commissione aeroportuale. Come mai le rotte hanno fatto flop? E ora che succede? Proviamo a spiegare nel dettaglio cosa è successo prima di arrivare all’archiviazione della sperimentazione decisa lunedì dalla commissione aeroportuale.

Tutto parte ad aprile 2016, quando il Comune di Bergamo presenta l’ipotesi di nuove rotte che dovrebbero ridurre l’impatto del rumore superiore a 60 decibel. Secondo lo studio ne beneficeranno 2526 persone. Si tratta di un miglioramento della sperimentazione proposta e bocciata dai sindaci il 31 luglio del 2015: «Alla suddivisione al 50% dei decolli verso ovest su due rotte - una denominata PRNAV, che prevede una virata più stretta rispetto all’attuale, e una (la “220”, già utilizzata in passato) in asse con la pista - si associa in questo caso l’ipotesi di inversione dei flussi di decollo e atterraggio per cinque ore al giorno - dalle 11 alle 16 nell’ipotesi avanzata dal Comune di Bergamo - e lo spostamento in fascia diurna di un volo attualmente in decollo notturno verso Bergamo». La reazione dei comitati di quartiere è opposta: Colognola applaude, Campagnola protesta.

La rotta Prnav è pensata per evitare il sorvolo sopra Colognola con una virata stretta al confine tra il quartiere e Azzano San Paolo, la 220 invece passa sopra la ex statale 525 che da Dalmine porta a Bergamo evitando così il passaggio degli aerei sopra l’area del Villaggio degli Sposi-Treviolo e Lallio. Così è previsto sulla carta, nei cieli però è molto diverso e i tentativi lo dimostreranno.

Per l’approvazione dell’ipotesi targata «Comune di Bergamo» è decisivo lo studio Arpa, i cui risultati vengono illustrati a sindaci e assessori durante la seduta della Commissione tecnica aeroportuale giovedì 30 giugno 2016. «Le persone esposte sopra il valore-limite diminuirebbero di ben 3.326 unità, passando da 8.097 (in base ai parametri del 2015) a 4.771. Nello specifico, migliorano Azzano San Paolo (-152), Bagnatica (-15), Bergamo (-3149) e Orio al Serio (-44). Situazione invariata per Costa di Mezzate, mentre peggiorano leggermente Brusaporto (+6), Seriate (+9) e soprattutto Grassobbio (+19)».

LO STUDIO DI ARPA

I primi dubbi sono messi nero su bianco dal sindaco di Seriate Cristian Vezzoli e del collega di Grassobbio Ermenegildo Epis. Vezzoli chiede un chiarimento tecnico ad Arpa perché l’agenzia regionale avrebbe utilizzato una cartografia datata, che non identifica in modo preciso le case. Con questa richiesta Seriate, a settembre 2016, ottiene il rinvio della discussione sulle nuove rotte in attesa di dati più precisi.

Il via libera definitivo è del 17 marzo 2017, con l’approvazione di Enac: «A seguito degli esiti positivi degli studi condotti dall’Enav in relazione alla volabilità delle nuove rotte proposte e alle risultanze delle simulazioni effettuate dall’Arpa in ordine alle ricadute in termini di inquinamento sullo scalo stesso, si evidenzia che i risultati hanno dimostrato una riduzione dell’impatto acustico per la popolazione residente (con una diminuzione di circa 2.507 abitanti coinvolti) nelle zone limitrofe all’aeroporto, attualmente esposta a un livello di rumorosità superiore ai 60 decibel (le stime di riduzione del rumore in questo caso vengono aggiornate dalla stessa Arpa rispetto alle ipotesi iniziali, ndr). Livello che rappresenta la soglia del rumore (o limite acustico) prevista dalla normativa di riferimento vigente ai fini dell’applicazione delle procedure antirumore volte al contenimento dell’inquinamento acustico». Per avviare sperimentazione non serve il voto dei sindaci, che saranno chiamati a esprimere un giudizio solo al termine dei sei mesi di prova».

Giugno 2017: le nuove rotte non decollano, anzi vengono subito criticate da tutti, a partire dai cittadini. L’Eco di Bergamo grazie ai dati ricavati da Socialbeat, società bergamasca di datamining fondata da Marco Sangalli, riesce a tracciare nel dettaglio la marcata differenza tra i tracciati previsti e quelli reali, confrontando le giornate del 15, 16 e 17 giugno 2017 da una parte e del 22, 23 e 24 giugno dall’altra.

Qui si può accedere al modello interattivo con tutte le rotte

Per i decolli si vede come qualcosa sia cambiato: prima la stragrande maggioranza degli aerei passava sopra Colognola. Con la sperimentazione il traffico è ripartito su due direttrici. Dopo il decollo la rotta dovrebbe disegnare una curva molto stretta evitando di passare su tetti di Colognola, ma i tracciati non sembrano essere molto cambiati.

Anche il Comune di Bergamo, che ha lanciato l’ipotesi, conferma i problemi: «Ciò che abbiamo visto in questi giorni non corrisponde, se non in parte, alla sperimentazione approvata dalla commissione aeroportuale - spiega il sindaco Giorgio Gori il 27 giugno 2017 -. Da quanto abbiamo potuto osservare, per esempio, gli aeromobili in decollo verso ovest non seguono con precisione le due rotte che dovrebbero suddividersi al 50 per cento il traffico in quella direzione. Quel che abbiamo visto fin qui non è molto rappresentativo. Non so dire per quale ragione. È possibile che si tratti di un assestamento dei primi giorni». Anche la reazione dell’hinterland non si fa attendere: i sindaci di Treviolo, Lallio e Dalmine inviano una dura lettera ad Enac ed Enav per chiedere la sospensione immediata della sperimentazione delle nuove rotte da e per Orio. Enac, dal canto suo, scrive a Sacbo, Enav e alle compagnie aeree che operano sullo scalo di Orio per chiedere di avviare una verifica sul rispetto delle rotte perché «sono stati notati scostamenti rispetto a quanto previsto».

Secondo l’opposizione di Palafrizzoni sono 4000 i cittadini esposti a più rumore e il 29 giugno anche il sindaco Gori chiede la sospensione: «È emerso chiaramente che le rotte seguite dagli aeromobili differiscono in modo significativo dalle traiettorie approvate dalla Commissione aeroportuale in base alle stime di impatto acustico eseguite da Arpa».
In questo argomentato post su Medium dal titolo inequivocabile - «Ma siamo sicuri che fossero queste le rotte previste?» - Palafrizzoni cerca di spiegare il perché dei mancati effetti della sperimentazione. Che tuttavia non viene sospesa perché Enac sostiene di non avere abbastanza dati per dare un giudizio: «La motivazione del rinvio – si legge – è legata alla necessità di acquisire le informazioni richieste ai vettori, non ancora pervenute, ed all’attuale indisponibilità di dati relativi al monitoraggio dell’inquinamento acustico prodotto sullo scalo di Bergamo in seguito all’inizio della sperimentazione, anche in considerazione del breve lasso di tempo trascorso dal 22 giugno scorso (data di inizio della sperimentazione, ndr)».

Dopo la risposta, Gori sbotta su L’Eco: «Due mesi per acquisire le risposte dalle compagnie aeree? Non commento». A inizio settembre 2017 non ci sono novità, anzi, mancano ancora i dati, come spiega Monica Piccirillo, direttore aeroportuale Lombardia (con competenza sugli scali di Bergamo e Linate), che presiede e per conto di Enac (l’Ente nazionale per l’aviazione civile) il tavolo: «Mentre Wizzair ha già risposto, Ryanair non ha ancora fornito i dati richiesti. Così come Arpa ha chiesto più tempo per il monitoraggio».

I dati attesi per oltre due mesi arrivano il 15 settembre quando Enac ammette che le compagnie aeree non riescono a rispettare i tracciati previsti: «Per i vettori la rotta Prnav così come è stata pensata non è una rotta volabile, non riescono a rispettarla con precisione». Invece sulla 220, quella messa sotto accusa da Palafrizzoni, nessun problema. E qui nasce un giallo, perché Monica Piccirillo, direttore aeroportuale per la Lombardia ammette una discrepanza tra la rotta auspicata dal Comune e quella valutata insieme ad Enac. «Il tracciato della 220 che avevamo visto era diverso. È un malinteso, non so come chiamarlo».

Sulla base di questo monitoraggio e di nuove valutazioni di Arpa la commissione aeroportuale il 29 settembre decide di proseguire con i tentativi. L’unica parte che viene sospesa è quella dei sorvoli di Colognola, la nuova rotta (PRNAV) ha evidenziato le problematiche per i piloti.

A novembre vengono presentate le modifiche, poi approvate a fine gennaio 2018, che dovrebbero risolvere i problemi emersi durante l’estate. A Colognola: si modifica leggermente il tracciato della rotta (eviterà comunque il quartiere) e vengono semplificati i parametri da inserire nei computer di bordo, così da renderla praticabile. Dall’altra parte il territorio ad ovest della città: per superare quello che Gori aveva definito un «malinteso» sul tracciato visionato e applicato, il vicepresidente della Provincia (e sindaco di Treviolo) Pasquale Gandolfi, con il pieno supporto del Comune di Bergamo, presenta uno studio condotto dal settore ambiente di via Tasso che propone alla Commissione aeroportuale una modifica della rotta 220.

La fase 2 della sperimentazione inizia il 26 aprile 2018 e una settimana più tardi i dati di Socialbeat rivelano tutte le modifiche. La startup bergamasca monitora il percorso degli aerei in partenza dal “Caravaggio” una settimana prima (18-25 aprile, fascio blu) e una settimana dopo (26 aprile-2 maggio, fascio rosso) l’introduzione dei correttivi alle rotte. Il dato che emerge è certamente quello per cui un cambiamento dei tracciati c’è stato. Non lo si nota tanto ad est, dove sulla nuova Prnav i piloti sono riusciti a stringere di poco verso Azzano, quanto ad ovest, con un passaggio meno marcato sugli abitati di Villaggio degli Sposi, Treviolo e Lallio.

I benefici però si fanno attendere. I tracciati rimarcano l’effetto a tenaglia delle rotte sul quartiere di Colognola anche dopo il correttivo. Rispetto al 2017, però, le «linee aeree» interessano sensibilmente anche la Grumellina e Lallio, un po’ meno Treviolo e Curnasco.

Durante l’estate le proteste dei comitati non si placano. La svolta però arriva solo il 9 novembre quando Arpa comunica ufficialmente i dati del monitoraggio sull’esposizione al rumore. Non c’è stato nessun miglioramento rispetto al 2016, anzi la situazione è perfino peggiorata. Nel giugno 2016 l’agenzia stimò in 3.185 unità il numero degli individui che la sperimentazione avrebbe potuto sottrarre al rumore superiore a 60 decibel Lva (Livello di Valutazione del rumore Aeroportuale). La stima è stata aggiornata nel febbraio 2017 dopo che le rotte erano state validate da Enav e il miglioramento atteso fu indicato in 2.526 individui. I dati attuali riferiscono non un miglioramento, ma addirittura di un peggioramento dei valori di impatto acustico, con circa 1.100 cittadini in più esposti ad oltre 60 decibel Lva. Secondo Arpa non ci sono stati errori di monitoraggio, ma il problema è dovuto da sempre al mancato rispetto dei tracciati previsti da parte dei piloti.

Con questo video anche Socialbeat conferma come i disagi creati dall’aeroporto si siano allargati, anziché diminuire, in questo ultimo periodo.

E adesso che succede? La commissione aeroportuale che si è riunita lunedì 19 novembre ha archiviato ufficialmente la sperimentazione. Viene salvata (almeno per un mese ancora, periodo in cui verrà comunque tenuta d’occhio dagli enti competenti) solo la Nav (la rotta cosiddetta salva-Colognola, ritenuta migliorativa rispetto alla precedente), una via di mezzo tra la rotta stretta su Azzano e quella sull’autostrada; anche l’inversione del decollo verso est e dell’atterraggio verso ovest viene mantenuto dalle 6 alle 7, mentre già da martedì 20 novembre viene eliminata l’inversione dalle 11 alle 13. Viene «dismesso» il nuovo tracciato della «220», il corridoio a lato della statale Dalmine-Bergamo attraverso cui passavano gli aerei.

Il nuovo capitolo sarà sui voli notturni perché la commissione, all’unanimità, ha chiesto a Monica Piccirillo, direttore aeroportuale Enac Lombardia, «di portare sui tavoli competenti dei ministeri dei Trasporti e dell’Ambiente, nonché alla Presidenza del Consiglio, la richiesta di fermare i voli notturni dalle 23 alle 6». Una volontà sottoscritta anche da sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che si dice pronto a discuterne in Consiglio comunale.

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