San Pellegrino, la chiusura 40 anni fa
Per il Grand Hotel è l’ora di rinascere

Era il 1978. Ottobre. A San Pellegrino si concludeva la stagione termale, quella che andava da maggio a inizio autunno. Ma quei giorni resteranno per sempre scritti nella storia della cittadina termale come spartiacque tra due epoche. Quella d’oro, iniziata con il 900, il liberty, la casa da gioco, le cure termali e i vip da mezza Europa, e quella del declino che, ormai stava sopravanzando a passi veloci.

Simbolo di quella tappa fu la chiusura del Grand Hotel, l’albergo aperto nel 1904, all’epoca uno dei più maestosi in Italia, oggi di proprietà del Comune.

Sono trascorsi 40 anni e, per l’hotel dei vip, forse è l’ora di una seconda rinascita. Nel 2008-2009, con tre milioni di euro, si rimise in sesto la facciata principale, quella che guarda sul Brembo. Da due anni circa sono in corso altri lavori (appaltati alla Vittadello Intercantieri di Padova) per 18,6 milioni di euro (fondi statali) che dovrebbero concludersi a maggio 2019, più probabilmente entro la fine dello stesso anno. Tornerà agibile il piano rialzato, quello che per anni venne utilizzato, una volta chiuso l’hotel, per aste d’antiquariato e mostre.

I fondi stanziati consentiranno il consolidamento strutturale, la ricostruzione integrale delle cucine, il recupero della facciata posteriore, la realizzazione dei corpi scala esterni, di nuovi ascensori, dei nuovi serramenti, parte degli impianti e il rifacimento dell’ enorme e scenografica cupola, composta da lamelle di zinco e rame.

Potrebbe ospitare già un’attività ristorativa o ancora spazi espositivi, ma molto dipenderà dagli esiti del bando che il Comune pubblicherà per completamento e gestione dello stesso albergo. Base d’asta? Si parla di qualcosa intorno ai 26 milioni di euro (meno tre, che verranno dalla Regione), non certo briciole, soprattutto di questi tempi.

Tante, quindi, le incognite. Anche quella sulla destinazione d’uso: quasi certamente una parte ancora come albergo di lusso, magari con spa, ma anche come spazio per centro congressi, o altre destinazioni non turistiche, per esempio di tipo sociale-assistenziale.

«Ogni soluzione è possibile - dice il sindaco Vittorio Milesi –. Una volta concluso questo lotto di lavori il piano rialzato sarà subito utilizzabile, eventualmente per ospitare eventi e ristorazione. Questo se non si dovesse trovare nessuno per il restauro definitivo e quindi non si proseguisse con i lavori. A meno che, invece, l’eventuale gestore-vincitore del bando, tenga comunque aperto il piano rialzato e, contemporaneamente prosegua col cantiere per il restauro ai piani superiori».

C’è poi la questione casa da gioco. Con la chiusura di Campione d’Italia il luglio scorso, una delle quattro licenze disponibili in Italia (le altre tre sono a Sanremo, Venezia e Saint Vincent) si è resa per così dire libera. Da qui la richiesta avanzata dal Comune e appoggiata da alcuni parlamentari leghisti di riaprire a San Pellegrino.

Gli spazi più «papabili» per ospitare una futura casa da gioco restano quelli del Grand Hotel.

«Magari in dimensioni contenute», dice Milesi, quindi all’interno sempre di un albergo a 5 stelle o altre destinazioni. Nel frattempo, lunedì e ieri, una ditta specializzata ha abbattuto l’ultimo cedro secolare che restava davanti alla facciata principale dell’albergo. Come i suoi «colleghi» che sono stati abbattuti negli anni scorsi, anche lui sostanzialmente per motivi di sicurezza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA