Sant’Agostino, apre il cantiere del chiostro
6,5 milioni di euro e oltre un anno di lavori

Il rettore: recuperiamo il tempo perso. Un anno e mezzo di lavori per 6,5 milioni di euro. Ultimo atto della riqualificazione del complesso.

«Il tempo perso può essere recuperato, nei prossimi cinque mesi le imprese avranno la possibilità di lavorare indisturbate, senza il via vai degli studenti». Fa di necessità virtù il rettore Remo Morzenti Pellegrini, che ha spinto il piede sull’acceleratore per far ripartire i cantieri in Sant’Agostino e a Dalmine. In Città Alta, sul piazzale della Fara, i mezzi sono in movimento in attesa che venga montata la maxi gru all’ingresso del parco. Servirà per riqualificare il chiostro minore di Sant’Agostino e gli edifici che lo circondano, il tassello mancante per completare il recupero dell’ex complesso monastico, ora sede del polo umanistico di UniBg.

Ripartire non è stato facile, la logistica è più complicata in tempo di Covid. Le forniture dei materiali sono rallentate, le misure di sicurezza sono stringenti, è difficile persino trovare alloggi per i dipendenti delle imprese non locali (in Sant’Agostino si è aggiudicato i lavori lo stesso raggruppamento di imprese piemontesi che sta ristrutturando il teatro Donizetti). Da settimana prossima restauratori al lavoro su portico e facciate del chiostro grande, mentre nel chiostro piccolo si procede con la pulizia dei locali, rimasti inutilizzati per anni, e con i primi piccoli interventi di demolizione, aspettando di definire il cronoprogramma dei lavori.

Il progetto prevede al piano terra un rinnovato ingresso pedonale, un locale ristoro e uno spazio catering, due aule e una decina di uffici per i docenti. E il recupero dell’ex sagrestia, sul retro dell’aula magna. Al primo piano la biblioteca raddoppierà gli spazi. Ampie vetrate chiuderanno tre lati del loggiato che diventerà una sala studio, cui si aggiungeranno altri locali per l’esposizione e la consultazione dei libri. Sui due piani troveranno posto anche gli uffici dei dottorandi.

Ultimo atto sarà il recupero delle facciate esterne dell’ex monastero, quelle che danno sul parco di Sant’Agostino. Un intervento che nel complesso non durerà meno di un anno e mezzo. Spesa prevista: 6,5 milioni di euro.

Al campus di Ingegneria, a Dalmine, i lavori di ampliamento sono ripresi da una decina di giorni. Conclusa la ricerca nel sottosuolo di ordigni bellici, che non sono stati trovati, il cantiere proseguirà con gli scavi per le fondazioni dei tre edifici (strutture sopraelevate, poggiate su palafitte metalliche) che ospiteranno le nuove aule. Nell’ex centrale dell’Enel altre aule, uffici, spazi per l’accoglienza e una caffetteria. Il campus si arricchirà anche di una piazza e di un viale che saranno accessibili agli abitanti di Dalmine. Un investimento da 5,5 milioni di euro che, come nel caso di Sant’Agostino e del polo di via Pignolo, nasce con l’intento di aprire gli spazi dell’ateneo alla comunità.

Sarà così, in parte, anche per l’intervento di riqualificazione delle ex caserme Montelungo e Colleoni. Non un quartiere-dormitorio – ha più volte sottolineato il rettore – ma un luogo di aggregazione e di scambio culturale tra la comunità accademica e la città.

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