Si riprende a scavare sul Monte Saresano. Il sindaco di Tavernola: prematuro

Dopo nove mesi di stop a causa della frana la miniera è tornata attiva, autorizzata dalla Regione. Il deputato Dori: «Presenterò un esposto alla Procura».

Dopo nove mesi di stop a causa della frana del Monte Saresano di Tavernola, è ripresa nella giornata di venerdì 26 novembre, con precise prescrizioni da parte della Regione, l’attività della miniera Ca’ Bianca di Parzanica, dove l’ItalSacci estrae da oltre vent’anni la marna per la produzione del cemento.

Ed è ripresa con comprensibile preoccupazione da parte del sindaco di Tavernola Ioris Pezzotti e degli stessi cittadini, visto che la frana si muove, anche se meno rispetto a febbraio, e considerato che i ricercatori universitari, autori dello studio di approfondimento sul fenomeno franoso, non hanno escluso la correlazione con l’attività estrattiva. Ieri sono giunte a Pezzotti e alla stessa azienda le segnalazioni di vibrazioni alle case da parte di alcuni residenti della località Squadre, apice della frana. Dure critiche sul provvedimento della Regione sono state espresse su Facebook dal deputato bergamasco di Leu Devis Dori, promotore sulla questione di audizioni nelle Commissioni Difesa e Ambiente della Camera dei Deputati.

Ma procediamo con ordine. Il via libera della Regione da cui dipendono miniere e cave, è stato dato all’ItalSacci dopo i test di ottobre effettuati in loco per verificare gli effetti delle volate di esplosivo sul movimento franoso che il 22 febbraio aveva messo in allarme Tavernola e il Sebino per la sua forte accelerazione . Ed è stato dato con delle precise prescrizioni riguardo al peso dell’esplosivo consentito per ciascuna volata e al numero settimanale, pari a due. Si prescrive inoltre che «le attività di miniera debbano essere riconsiderate sulla base del valore soglia (velocità giornaliera) pari a 2 millimetri al giorno, ottenuto mediando i valori dei 7 giorni precedenti». In parole semplici vuol dire che se i valori di scostamento dovessero aumentare, l’azienda deve riconsiderare l’attività. Il provvedimento regionale recepisce i suggerimenti contenuti nello studio di dettaglio della paleofrana condotto, per conto della Regione che lo ha finanziato, dai professori Nicola Casagli dell’Università di Firenze, Giovanni Crosta dell’Università Bicocca di Milano e Claudio Di Prisco del Politecnico di Milano.

Il sindaco di Tavernola non nasconde la propria preoccupazione per la ripresa dell’attività mineraria, anche a fronte delle lamentele di alcuni cittadini che, in seguito alle prime volate di esplosivo, hanno lamentato vibrazioni alle loro abitazioni. «Prendo atto delle prescrizioni della Regione, ma ritengo il provvedimento prematuro – afferma Pezzotti –. A mio giudizio, secondo il principio di prudenza visto che la frana è tuttora attiva, sarebbe stato opportuno attendere l’esecuzione dei previsti lavori di consolidamento, prima di dare il via libera. Sono consapevole che l’azienda dovrebbe approvvigionarsi del materiale altrove, ma la situazione è tale che occorre la massima precauzione da parte di tutti».

Pesanti le critiche del parlamentare Dori sul provvedimento regionale: «Una vergogna colossale di cui qualcuno dovrà rispondere. Per questo motivo investirò immediatamente della questione il ministero della Transizione ecologica». Ma va oltre: «Annuncio, nei prossimi giorni, un esposto alla Procura della Repubblica di Bergamo» . Dall’azienda, che sta operando in linea con le autorizzazioni ricevute, nessun commento.

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