Sospetti finanziamenti al terrorismo
Bergamo finisce in «zona arancione»

È il risultato degli studi dell’unità di intelligence finanziaria della Banca d’Italia. Analizzando i flussi di denaro, la nostra provincia dietro alle aree più critiche, Milano e Varese.

«Zona arancione». È quel colore che contraddistingue la Bergamasca nella mappa dei sospetti finanziamenti al terrorismo. Non un allarme rosso, ma comunque un’intensità del rischio concreto - perché si basa sui flussi di denaro - che pone la terra orobica subito dopo le aree più critiche.

È quanto emerge da un nuovo rapporto dell’Uif, l’unità di intelligence finanziaria della Banca d’Italia, il team che si occupa specificamente della prevenzione del riciclaggio di denaro. L’indice si basa sul numero di segnalazioni di operazioni economiche sospette per possibile finanziamento al gruppi terroristici, in rapporto alla popolazione residente: Milano e Varese, in Lombardia, sono «zone rosse», mentre appunto Bergamo, Brescia, Como, Lecco e Monza condividono la zona arancione; flussi più bassi («zone gialle» o «zone bianche») si registrano nelle altre province della regione.

I dati su base territoriale non sono stati diffusi, ma Bankitalia ha conteggiato nelll’intera Penisola un totale di 771 operazioni in odore di sostegno al riciclaggio nell’intero 2019, di cui 375 nel secondo semestre, in lieve calo rispetto al 2018. Queste transazioni restano comunque una parte molto piccola di tutte le segnalazioni di operazioni sospette (Sos, l’acronimo) conteggiate in Italia lo scorso anno: 105.789 nell’intero Paese (di cui 54.621 nel secondo semestre), in crescita del 7,9% rispetto alle 98.030 del 2018.

Per il resto, il nuovo report consolida dati già diffusi a gennaio. Lo scorso anno in provincia di Bergamo si sono registrate 1.823 Sos, ripartite tra le 846 del periodo gennaio-giugno e le 977 di luglio-dicembre, con un incremento complessivo del 16% sulle 1.571 del 2018. La Bergamasca è la terza provincia lombarda, dopo Brescia (2.616) e Milano (10.956, prima provincia d’Italia), e la Lombardia è sempre la prima regione d’Italia, con un totale di 20.934 Sos in dodici mesi, +7,7% sul 2018. E anche rispetto alla proporzione tra Sos e abitanti Bergamo finisce in «zona arancione».

«L’incremento delle segnalazioni è principalmente riconducibile agli Imel (gli istituti di moneta elettronica, ndr) e a banche e poste - annota il report della Banca d’Italia -. Sotto il profilo della ripartizione territoriale si osserva l’incremento delle segnalazioni relative a operazioni effettuate in Lombardia, nel Lazio, in Toscana e in Emilia-Romagna, mentre registrano una contenuta diminuzione quelle relative alla Toscana».

Ci sono poi alcuni trend interessanti: è schizzato il dato delle Sos che riguardano scambi in oro, +19%. Complessivamente, solo negli ultimi sei mesi del 2019 le segnalazioni di operazioni sospette pervenute alla Banca d’Italia - sono tenuti a segnalare le transazioni «opache» non solo le banche e le poste, ma anche money transfer, studi professionali, sale da gioco - ammontano a 46,3 miliardi di euro. Cinquanta di queste transazioni avevano importi superiori ai cento milioni di euro, ma prevalgono soprattutto i valori più contenuti: 21.265 Sos riguardavano operazioni fino a 50 mila euro.

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