Taglio dell’Irpef, ceto medio favorito: risparmi per 450mila contribuenti

Due o tre punti percentuali in meno per i redditi compresi tra i 15mila e i 50 mila euro. Si stima che l’effetto combinato con le nuove detrazioni possa portare benefici fino a 944 euro annui.

La riforma passa da più punti e dovrebbe portare – con differente intensità – un beneficio fino a quasi mezzo milione di contribuenti bergamaschi. Queste sono le stime, attese poi dalla prova concreta dei fatti. La riforma fiscale è pronta a essere varata, con alcuni perni: la riduzione degli scaglioni dell’Irpef da cinque a quattro, una limatura dell’aliquota sui redditi «medi», una rimodulazione delle detrazioni. Gli effetti concreti si dovrebbero vedere dalle buste paga di marzo, con un possibile conguaglio dedicato a gennaio e febbraio così da avere un impatto completo su tutto il 2022.

I nuovi scaglioni

A livello più generale, cambieranno appunto gli scaglioni dell’Irpef. Attualmente sono articolati su cinque fasce: per i redditi da 0 a 15.000 euro si applica l’aliquota del 23%, da 15.001 a 28.000 euro si applica il 27%, dai 28.001 ai 55.000 euro il 38%, dai 55.001 ai 75.000 il 41%, oltre i 75.000 il 43%. Dal 2022 si scenderà a quattro fasce: un’aliquota del 23% per i redditi fino ai 15.000 euro, il 25% per i redditi da 15.001 a 28.000 euro, il 35% tra 28.001 e 50.000 euro, il 43% oltre i 50.000 euro.

In concreto, cosa cambia per i bergamaschi? Una stima la si può tratteggiare guardando ai dati del ministero dell’Economia (Mef) sulle ultime dichiarazioni dei redditi disponibili (quelle presentate nel 2020 e riferite ai redditi del 2019). I bergamaschi con redditi fino ai 15.000 euro sono 269.968: per loro, sostanzialmente, cambierà poco perché l’aliquota resta immutata. Il Mef indicava poi 276.861 bergamaschi con redditi tra i 15.001 e i 26.000 euro (i dati del ministero usano delle fasce lievemente diverse dagli scaglioni Irpef): in questo caso l’aliquota si abbasserà di due punti percentuali.

Il crinale è rappresentato dai 50.000 euro. Tra i 28.001 e i 55.000 euro il Mef segnalava 198.950 bergamaschi: chi tra questi si «fermava» a 50.000 euro, secondo una stima circa 180mila cittadini, vedrà l’aliquota scendere al 35% (tre punti in meno). Circa 20mila bergamaschi con reddito tra i 50 e i 55.000 euro potrebbero scivolare in uno scaglione dall’Irpef più alto (dal 38% al 43%); altri 19.402 bergamaschi che avevano un reddito tra i 55.001 e i 75.000 euro vedranno l’aliquota alzarsi dal 41 al 43%. Non cambierà granché per quei 20.749 bergamaschi con redditi oltre i 75.000 euro, per loro l’aliquota era già al 43%.

Chi ci guadagna e chi ci perde

In sintesi, spannometricamente: per 270mila bergamaschi dai redditi più bassi l’aliquota non cambierà; per oltre 450mila contribuenti con redditi medi (dai 15.001 a 50.000 euro) l’aliquota scenderà di alcuni punti percentuali (si «guadagna»); per 20mila bergamaschi con redditi tra i 50.001 e i 55.000 euro l’Irpef invece si alzerà di alcuni punti; infine, per i 20mila bergamaschi più ricchi non ci saranno variazioni significative. A completare il quadro è prevista anche una rimodulazione delle detrazioni, i cui effetti si combineranno coi nuovi scaglioni Irpef. Quanto viene in tasca, concretamente, al cittadino? Una prima simulazione tra quelle ritenute più affidabili, proposta dal Sole 24 Ore, indica che per i redditi tra i 15.001 e i 26.000 euro (276.781 contribuenti bergamaschi) il «guadagno» annuo oscillerebbe tra i 45 e i 335 euro. Tra i 26.001 e i 55.000 euro, la forbice sarebbe tra (quasi) 0 e 944 euro: secondo le proiezioni del quotidiano economico, attorno ai 28.000 euro i benefici sostanzialmente si annullano (ma sono allo studio delle misure correttive), mentre il massimo del beneficio lo otterrebbero i redditi attorno ai 40.000 euro, con un «guadagno» annuo di quasi 945 euro. Il mix tra nuove aliquote e nuove detrazioni per lavoratori dipendenti, pensionati e autonomi dovrebbe portare a dei benefici anche nelle fasce più alte: per i circa 20mila bergamaschi tra i 55.001 e i 75.000 euro, potrebbero comunque arrivare «sconti» a livello di tassazione tra i 90 e i 670 euro annui.

Il nuovo disegno delle detrazioni dovrebbe essere accompagnato anche da un ampliamento della «no tax area»: 8.500 euro per i pensionati (326 euro in più di oggi) e per gli autonomi (5.550 euro), mentre resterà invariata per i dipendenti (8.174 euro).

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