Test privati: uno su tre è positivo
Covid-19, scovati 77 ancora infetti

Il primo bilancio degli esami sierologici effettuati da Habilita. Lo screening di Ats sui soggetti in quarantena: il 58,3% ha gli anticorpi.

Test sierologici e tamponi, il fronte dello screening adesso passa anche, e soprattutto, dai privati. Ed è proprio da una struttura privata, Habilita, che arrivano dati di forte interesse collettivo. Uno, su tutti: solo nei primi due giorni di elaborazione dei tamponi (tamponi fatti a pagamento, s’intende: 90 euro tondi), sono stati scovati 77 cittadini positivi al coronavirus. Persone che, non essendo state prese in carico dal Sistema sanitario nazionale - il copione è tristemente noto: nella fase uno i tamponi si facevano solo a chi veniva ricoverato in ospedale, praticamente solo alla punta dell’iceberg - , prima di fare test e tampone privatamente se ne sono andate in giro ignare di essere potenzialmente contagiose.

I test «privati»

I 77 cittadini «infetti» rappresentano chiaramente un micro-dato: delle 365 persone sottoposte a tampone da Habilita nelle sole giornate di lunedì 18 e martedì 19 (le uniche per cui si hanno già i risultati: mercoledì e giovedì si sono fatti tamponi ad altri 336 cittadini, e ne seguiranno altri) il 21% - 77 utenti, appunto - è risultato positivo. Un dato che la dice lunga sui tanti casi «sommersi», mai accertati.

Un passo indietro, però: per scovare queste persone contagiate si è partiti dai test sierologici. Test che Habilita, dal 5 al 21 maggio, ha effettuato (al costo di 40 euro) ad una platea complessiva di 6.191 bergamaschi. È una platea ampia, se si considera che non si allontana molto dal totale dei cittadini (6.367) testati nel corso dell’intera campagna epidemiologica di Ats Bergamo fra il 23 aprile e il 20 maggio. Ebbene, su 6.191 cittadini a cui è stato fatto il prelievo risulta che 2.112 abbiano sviluppato anticorpi: in pratica, uno su tre (il 34%) ha contratto il virus (e dovrà fare il tampone).

Un risultato molto simile emerge anche dalle primissime elaborazioni fornite dal Centro medico Sant’Agostino, un’altra delle strutture private che propone i test sierologici a pagamento (35 euro) nella Bergamasca. Fra il 15 e il 19 maggio, nell’ambulatorio di Nembro, sono stati fatti 82 prelievi: di questi, 27 sono risultati positivi agli anticorpi, che in percentuale significa il 32,9% del campione (eloquente il paragone con i 2.068 test fatti dalla struttura nel Milanese: lì solo l’11,7% del totale è risultato positivo agli anticorpi). Seppur molto limitato, quindi, anche questo dato è in linea con le statistiche di Habilita.

E proprio dalle rilevazioni di Habilita si può ricavare almeno un altro elemento interessante: fra i bambini la percentuale di positivi agli anticorpi è decisamente più bassa, pari al 20,8%. Degli 851 bimbi fino ad oggi testati, infatti, solo 177 hanno sviluppato le IgG, ovvero gli anticorpi prodotti dopo la fase acuta dell’infezione. Non è dato al momento sapere quanti, di questi 177 «baby» utenti, abbia poi eseguito il tampone.

Lo screening di Ats

Rimanendo sul fronte test sierologici, venerdì 22 maggio Ats Bergamo ha reso noti anche i risultati della sua campagna epidemiologica: campagna condotta però su due categorie molto specifiche di persone, non assimilabili all’ampia platea di cittadini che, non avendo ricevuto assistenza «pubblica», si è rivolta ai privati.

La prima categoria è rappresentata dagli operatori sanitari: a fronte di 10.486 test effettuati, il 29,6% è venuto a contatto con il virus. La seconda invece è composta da cittadini bergamaschi con chiari sintomi covid (o contatti stretti di positivi al covid) mai sottoposti a tampone, per cui è solamente stata disposta la quarantena fiduciaria: sul totale di 6.367 prelievi effettuati il 58,3% è risultato positivo agli anticorpi. In pratica uno su due. È un dato molto più alto rispetto a quello delle altre province lombarde: a Pavia il 41%, a Brescia il 35%, in Valpadana il 38%, a Milano il 18,4%.

«Nell’area di Bergamo sono risultate positive il 58% delle persone sottoposte al test sierologico, in un profilo in cui si immaginava che tutti quelli con sintomi o contatti diretti di malati fossero positivi – è il commento dell’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera -. I dati tratteggiano una realtà meno allarmante di quella che pensavano i cittadini». Meno allarmante dati alla mano: senza statistiche e senza tamponi, allarmante lo era eccome.

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