Treviglio, invita ad indossare la mascherina
Infermiere preso per il collo e picchiato

L’aggressione sabato sera, prima del turno: si tratta del secondo episodio analogo in soli 10 giorni. L’autore bazzica spesso la struttura e domenica era ancora lì, sempre senza mascherina.

«Mi offri il caffè?». «Ti offro anche la cena, però ti metti la mascherina». È stata sufficiente questa risposta, cortese ma pacata, perché un infermiere in servizio all’ospedale di Treviglio venisse aggredito: picchiato e preso per il collo, è stato costretto a saltare il turno e ha rimediato tre settimane di prognosi. È accaduto attorno alle 21,30 di sabato, quando Luca Carminati, 53 anni, prima di montare il turno della notte nel reparto di Cardiologia, si è recato alla sala delle macchinette che si trova accanto all’ingresso della mensa aziendale per prendere un caffè.

Lì è stato raggiunto da un uomo sui 40 anni di origine piemontese, senza fissa dimora e presenza pressoché fissa nella struttura ospedaliera, tanto da vederlo bazzicare all’interno anche di notte, dove dorme nella galleria del piano interrato. Alla risposta dell’infermiere, l’uomo lo ha preso per il collo e malmenato, colpendolo al viso e spaccandogli anche il mignolo della mano destra. Tanto che il professionista, poi medicato al Pronto soccorso della stessa struttura sanitaria dell’Asst Bergamo Ovest, ha rimediato 21 giorni di prognosi. Un episodio che segue di soli dieci giorni un’altra aggressione a un altro operatore dello stesso ospedale: anche in quel caso all’origine c’era stata la comprensibile richiesta di indossare la mascherina – visto il periodo e visto perlopiù il luogo – rivolta a un giovane che, dopo essere stato dimesso non era riuscito a trovare un taxi nel piazzale dell’ospedale (in realtà è poi emerso che il taxi era arrivato, ma non aveva trovato l’utente). Rientrato, se l’era presa in maniera violenta con gli operatori del punto informativo, prendendone uno a schiaffi. L’intervento dei carabinieri era culminato con l’identificazione e la denuncia dell’aggressore.

Sabato sera il secondo episodio: in soccorso dell’infermiere è intervenuta una donna delle pulizie, che ha assistito alla scena, e poi la guardia privata in servizio al Pronto soccorso e che aveva raggiunto il luogo dell’episodio. Dopo l’aggressione, l’autore si è calmato anche per la presenza della guardia (che è fissa nella struttura ospedaliera proprio per prevenire episodi del genere soprattutto al Pronto soccorso), mentre l’infermiere ha chiamato il 112, riferendo l’accaduto prima ai carabinieri e poi alla polizia del commissariato di Treviglio. Domenica ha quindi formalizzato la denuncia di quanto accaduto proprio alla polizia di Stato. Interpellato sull’episodio, l’infermiere ha preferito non rilasciare dichiarazioni perché ancora scosso. Sabato notte non ha potuto poi prestare servizio, venendo sostituito da un collega da un altro reparto. Ieri si è sottoposto a una visita specialistica dall’ortopedico: per il dito serviranno ben 8 settimane, tra guarigione e riabilitazione. Tra l’altro, oltre al danno, pure la classica beffa: proprio domenica mattina il suo aggressore era ancora lì, nella stessa sala che ospita le macchinette, di nuovo senza mascherina.

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