Un anno fa fu semidistrutta dal nubifragio
«Ma la Cattedrale vegetale ricrescerà»

Oltre il Colle. Nell’ottobre 2018 il vento e la pioggia spazzarono via due terzi di questa opera d’arte naturale, la decisione del Parco delle Orobie: «Proseguirà quanto rimasto e, come in un museo, si spiegherà quello che ha fatto la natura».

Non verrà abbandonata o lasciata cadere. Ma, quanto già distrutto dalla natura, non sarà più ricostruito. E, tra qualche anno, avremo comunque una Cattedrale vegetale ma – per così dire – con le conseguenze di una parziale «distruzione». La decisione del Parco delle Orobie, alla fine, è stata quella di preservare l’opera, senza però intervenire ancora con dei soldi per rimettere in sesto le impalcature in legno distrutte dal vento il 28 ottobre 2018.

In quella data raffiche di vento che soffiarono a oltre 200 chilometri orari spazzarono le già precarie impalcature che facevano da guida agli alberi della futura Cattedrale vegetale. Ben due terzi, di fatto, furono gravemente danneggiate se non distrutte del tutto. Per motivi di sicurezza, quindi, le colonne danneggiate dovettero essere tolte. Sono rimasti gli alberi, solo in parte ancora con le colonne a fare da guida alla loro risalita. Le altre, invece, senza nulla, libere di crescere dove vorranno. La decisione del consiglio del Parco è arrivata qualche giorno fa, nella prima riunione dopo il rinnovo delle cariche.

«Tra qualche anno avremo comunque la Cattedrale, anche se la sua crescita non sarà regolare come si voleva all’inizio – dice il presidente riconfermato del Parco delle Orobie, Yvan Caccia –. La crescita, laddove non vi sono più le impalcature distrutte dal vento, sarà probabilmente più irregolare. Di fatto, la natura è intervenuta prima di quanto avrebbe dovuto: l’idea del suo progettista, infatti, era che le colonne dovessero fare da guida alla piante, finché poi queste sarebbero cadute da sole per il tempo e gli alberi avrebbero preso il sopravvento. Il nubifragio di un anno fa ha anticipato tale progetto per buona parte della Cattedrale, ha anticipato quello che la natura avrebbe fatto in più anni».

«Questa soluzione – continua Caccia – nasce da un’idea del Centro di etica ambientale: la Cattedrale vegetale proseguirà e diventerà anche museo. Quanto rimasto sarà messo in sicurezza e si provvederà, in collaborazione con il Comune di Oltre il Colle, alla sua costante manutenzione. Per il resto, con della cartellonistica, andremo a raccontare ai visitatori la sua storia, dall’ideazione fino al nubifragio che ne ha distrutto le colonne portanti. Da un lato, quindi, la Cattedrale continuerà nel suo percorso, dall’altro racconteremo quello che la stessa natura ha fatto a metà del suo percorso».

La Cattedrale vegetale di Oltre il Colle nelle sue intenzioni originarie doveva essere uno dei più straordinari esempi europei d’arte naturale. Fu ideata dall’artista Giuliano Mauri di Lodi (scomparso nel 2009) e inaugurata nel settembre del 2010 dal Parco delle Orobie. L’opera di «land art» era stata voluta, oltre che dal Parco delle Orobie, anche dai Comuni di Oltre il Colle, Roncobello e Ardesio. Era composta inizialmente da 42 colonne (dopo il nubifragio di un anno fa ne sono rimaste un terzo), suddivise in cinque navate, all’interno delle quali, nell’arco di 15-20 anni, dovevano crescere, fino a 13 metri di altezza, i faggi piantati. La natura doveva prendere il sopravvento sull’architettura realizzata dall’uomo tra alcuni anni, mantenendone però le forme originarie. Un progetto, però, ora modificato proprio per la forza della natura stessa.

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