Un maxi centro termale sul lago
Il progetto porta la burrasca a Ranzanico

Previsto nell’area della storica Villa Crescenzi-Terzaghi: costo 11 milioni di euro. Albergo diffuso, ristorante, spa. Il sindaco frena: «Solo un sogno». E le minoranze attaccano.

Le prime scarne indicazioni fanno una certa impressione: una stima approssimativa di 11 milioni d’ investimento per costruire un centro termale a Ranzanico, nei pressi della storica Villa Crescenzi-Terzaghi, attualmente di proprietà della famiglia Terzaghi di Milano, costituito da un albergo diffuso, un ristorante, parcheggi e una spa pubblica, e capace, in aggiunta, di generare tra i 50 e gli 80 nuovi posti di lavoro.

Lo studio che si sta occupando del progetto è l’ Archos di Albino, che ha modellato «una sorta di borgo naturalistico con servizi alla persona in totale integrazione con la natura». Gli entusiasmi (o i timori, dipende dai punti di vista) suscitati dalla notizia di un’ opera sulla carta faraonica devono però subire uno rapido stemperamento. A provvedervi sono arrivate, subito, le pragmatiche dichiarazioni degli amministratori. Il sindaco di Ranzanico Renato Freri dice che si sta «parlando di un sogno», che «nulla s’ è mosso per il momento» e che «non è pervenuto in Comune nessun progetto che necessiti di una variante al Pgt», il quale oggi prevede, dove sorge la dimora, un piano di recupero ad hoc senza aumento di volumetrie.

Società di Capriolo L’ idea però c’ è ed è partita da una società, la «Valuation System» di Capriolo, che gestisce strutture simili in Trentino. Un anno e mezzo fa, rivela Freri, la società contattò il Comune ma, continua il primo cittadino, di passi compiuti verso la sua concretizzazione finale ancora non ne risultano, se si esclude il lavoro sul progetto preliminare commissionato dalla stessa.

«Questa è la situazione - spiega il sindaco -. Quando avremo tra le mani un progetto definitivo ne potremo riparlare. Adesso è decisamente prematuro».

Concesso il punto di un iter ancora tutto da svilupparsi, che dovrà essere soggetto a successive contrattazioni tra il proponente e l’ ente pubblico, si parla in ogni caso di un possibile intervento di dimensioni massicce. «Vorremmo innanzitutto sottolineare che noi abbiamo lavorato ai presupposti per la creazione di un progetto urbanistico, e che quanto proposto rientra nel quadro del piano di recupero previsto nel Pgt - specificano dallo studio Archos -. Detto questo, il progetto consiste in due parti separate. La prima, di carattere ricettivo, prevede di potenziare il parco e la villa (conservandoli entrambi) e un aumento di volumetria non lì, ma nelle vicinanze. Parliamo di 11 mila metri cubi, di cui 8 mila fuori terra. La seconda, incentrata sull’ impianto termale pubblico a qualche distanza, prevede invece costruzioni per circa 18 mila metri cubi. La nostra attenzione, come sempre, è andata sulla sostenibilità ambientale, che si abbina all’ attrattività turistica e alle opportunità occupazionali, altrimenti non ci avremmo messo nemmeno la firma. I costi dell’ eventuale realizzazione di entrambe le parti, dal lato edilizio, si aggirano sugli 11 milioni di euro».

Opposizioni insorte Non è certo cosa da poco. Ed è questa la ragione per cui, di fronte alla novità di un simile piano, anche se ancora nella sua fase embrionale, sono insorte le opposizioni, quella formata dal solo Dario Pellegrino e «Rinnovamento per Ranzanico» guidata da Sergio Buelli. Insieme stanno ipotizzando di avanzare una mozione di sfiducia nei confronti di Freri.

Il problema per Pellegrino (ma non per Buelli, contrario in generale all’ operazione) non è tanto il centro in sé, su cui ci sarà da discutere, anche duramente, specie sulle volumetrie, una volta presentato un progetto definitivo, quanto la circostanza che non se ne sapeva alcunché. «E infatti non c’ è ancora nulla di ufficiale», ripete il sindaco. Nel Consiglio comunale del 28 febbraio, poco prima del lockdown per l’ epidemia di Covid-19, i due capi delle minoranze chiesero lumi al sindaco della modifica al Pgt dell’ anno scorso, in cui era previsto il cambio di destinazione d’ uso dell’ area da agricola a turistico-ricettiva per i terreni di Villa Crescenzi-Terzaghi.

Buelli aveva prodotto un’ interpellanza sullo stesso tema e, ritenuta insoddisfacente la risposta, aveva abbandonato la seduta. «Sono rimasto perplesso - commenta Pellegrino - perché in Consiglio comunale, alla richiesta di delucidazioni, non ci era stato riferito di questo progetto». «Il sindaco - attacca Buelli - aveva negato che ci fossero progetti in elaborazione e invece era a conoscenza che se ne stesse sviluppando uno, che tra l’ altro pare richiedere notevoli incrementi delle volumetrie rispetto all’ esistente».

Di tutto ciò si parlerà nel prossimo Consiglio che dovrebbe riunirsi entro la fine di maggio. Sarà quello un passaggio forse decisivo, per il secondo mandato di Freri.

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