Un novembre all’asciutto. E non cambia
Con l’anticiclone caldo sopra la media

Da inizio mese nessuna precipitazione di rilievo, colpa degli anticicloni africano e delle Azzorre che stanziano da noi ormai da mesi e fanno da «barriera» alle perturbazioni da ovest. Caldo sopra la media

Se ci si dovesse chiedere quale sia stata l’anomalia meteorologica del mese in corso, con tutta probabilità si risponderebbe senza indugio l’assenza della pioggia: è andata esattamente così. Le prime due decadi di novembre sono state anomale a tal punto da aver registrato precipitazioni quasi irrilevanti su tutto il territorio orobico; il valore maggiore non supera dieci millimetri, mediamente siamo intorno a cinque. Se si volesse buttarla sull’ironia, si può dire che i pluviometri non lavorano da oltre 20 giorni e, molto probabilmente, così faranno anche in quest’ultima decade, raggiungendo il triste primato di un mese intero di inoperatività.

La meteorologia, però, «è cosa seria», e proprio nei dati registrati vanno ricercate le motivazioni scientifiche che hanno prodotto quella che in termine tecnico si chiama «anomalia». Quali sono i dati che devono essere considerati? Sono essenzialmente due i valori che vanno analizzati, ma uno su tutti dà l’indicazione di ciò che, fino ad ora, è successo; si tratta del valore della pressione media al suolo sulla nostra provincia che, nel caso specifico delle prime due decadi di novembre, è stata davvero alta. Nel grafico accanto, abbiamo preso in esame gli ultimi cinque anni di osservazioni e, come si può notare, l’anomalia risiede proprio nei 1.023 hPa medi di cui si accennava sopra; gli anni precedenti, presi a confronto sempre per il mese di novembre, hanno registrato valori decisamente inferiori e in linea con la media climatica di riferimento, cioè valori del tutto normali.

Cosa significa tutto questo? Il valore medio della pressione è determinate in quanto rappresenta l’indicatore o la «spia» del tipo di massa d’aria che è stazionata a lungo sopra le nostre teste, (determinando condizioni stabili), e a quale figura barica quest’ultima è associata; ebbene, non possiamo far altro che constatare, appunto, che le principali figure anticicloniche presenti alle nostre latitudini (anticiclone delle Azzorre e africano), hanno avuto la meglio sulle fredde saccature nord atlantiche che, in autunno, dovrebbero garantirci le piogge. Quindi, dov’è l’anomalia? La risposta va ricercata proprio nella posizione statica dei due anticicloni; in questo periodo avrebbero dovuto ritirarsi nelle proprie zone di origine, vale a dire in pieno oceano Atlantico per quello delle Azzorre, e nell’entroterra sahariano per quello africano, ma così non è stato. La loro ostinata presenza sul bacino del Mediterraneo, sia in quota, sia al suolo, ha creato di fatto una sorta di campana protettiva che ha impedito l’arrivo delle perturbazioni che, da noi, giungono prevalentemente da Ovest.

Gli scarsi millimetri di pioggia registrati (che vedete nel grafico), dunque, rappresentano la conseguenza logica del meccanismo atmosferico descritto, che ha tenuto in scacco, non solo la nostra provincia, ma anche molte regioni settentrionali; i dati proposti sono quelli relativi alla stazione meteo di Selvino, comunque in linea con quelli dell’intera provincia. Una considerazione inoltre sulle temperature medie, anche queste inevitabilmente oltre la media del periodo climatico degli ultimi trent’anni; quando l’anticiclone staziona così a lungo senza presenza di nebbia al suolo per periodi significativi (inteso più giorni consecutivi), l’aria si riscalda per effetto delle correnti discensionali. Da qui a fine mese, tra l’altro, non dovrebbero esserci novità in tema di cambiamento del tempo.

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