«Una copia della lettera di Galileo
al presidente della Repubblica»

Il 24 ottobre il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, farà tappa a Bergamo nell’ambito della giornata dedicata alla ricerca, per partecipare a un incontro organizzato congiuntamente dalle Acli «Molte fedi sotto lo stesso cielo» e da BergamoScienza.

«Per il momento è solo un auspicio. Speriamo di incontrare il Presidente della Repubblica il 24 ottobre e regalargli una copia pregiata della lettera originale di Galileo, scoperta a Londra da un ricercatore bergamasco. Sarebbe un grande motivo di orgoglio per noi e per l’intera comunità bergamasca».

Il rettore dell’Università, Remo Morzenti Pellegrini, non si sbilancia. Il 24 ottobre il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, farà tappa a Bergamo nell’ambito della giornata dedicata alla ricerca, per partecipare a un incontro organizzato congiuntamente dalle Acli «Molte fedi sotto lo stesso cielo» e da BergamoScienza. Mattarella visiterà in forma privata nel pomeriggio alcuni centri di ricerca presso il Kilometro Rosso e poi si trasferirà per l’incontro nell’auditorium Giovanni XXIII del Seminario Vescovile.

L’auspicio del rettore è di incontrare il Capo dello Stato insieme ai due studiosi bergamaschi che hanno svelato in un libro i misteri della lettera originale di Galileo a Benedetto Castelli, scoperta nella biblioteca della Royal Society di Londra. Una missiva rivoluzionaria in cui il genio toscano esponeva le sue prime posizioni copernicane e metteva in discussione il rapporto tra scienza e fede. «Stiamo preparando una copia zero che riproduca su carta pregiata la missiva originale di Galileo – spiega il rettore -. Consegnerò a Mattarella, con spiegazione da parte dei nostri due ricercatori, un libro in unica copia sul ritrovamento con la riproduzione della lettera originale: edizione unica. Il libro illustra la storia del ritrovamento della lettera e il suo straordinario valore sia come documento originale di Galileo, sia per la storia del suo processo. Auspichiamo che proprio in quella giornata dedicata alla ricerca, che inizia al Quirinale e prosegue nei laboratori di ricerca, ci sia un momento di incontro sempre legato alla ricerca, riguardante la scoperta della lettera di Galileo considerata perduta e di eccezionale valore storico. Uno strumento che aiuta a fare chiarezza sui delicati e critici momenti di ciò che sarebbe poi divenuta una delle più celebri condanne per eresia della storia». La lettera pertanto sarà inserita all’interno del libro e il dono al Presidente della Repubblica avrà un valore simbolico: un attestato di fiducia nei ricercatori e di speranza nel futuro della ricerca.

Il libro «Galileo ritrovato» è stato scritto da Franco Giudice, docente di Storia della scienza all’Università di Bergamo, e Salvatore Ricciardo, il ricercatore che ha fatto la scoperta negli archivi londinesi, anch’egli docente di Storia della scienza a Bergamo ed esperto del mondo galileiano. I due docenti bergamaschi sono stati supportati da Michele Camerota dell’Università di Cagliari e la scoperta ha fatto il giro del mondo con la pubblicazione del ritrovamento della missiva sulla rivista Nature. «Siamo entusiasti di questa iniziativa che ha portato lustro a Bergamo nella comunità scientifica internazionale – rimarca il rettore –. La lettera originale di Galileo rinvenuta a Londra sarà esposta entro fine anno a Bergamo in collaborazione con la biblioteca Angelo Mai. Un evento di cui potranno beneficiare tutti i bergamaschi. Ma noi vogliamo spingerci oltre: auspichiamo che questa missiva preziosa venga esposta nel padiglione italiano in occasione dell’Expo 2020 a Dubai». La lettera di Galileo rinvenuta dai ricercatori bergamaschi stravolge i canoni e le modalità di approccio alla conoscenza dell’universo e fa leva sui concetti di ragione ed esperimento, in conflitto perenne con gli insegnamenti della cultura e della teologia dominanti, con una padronanza inedita di argomenti scientifici e filosofici.

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