«Vacciniamo i bambini: per il Covid 50 ricoverati con la sindrome Mis-C»

In casi rari la malattia infiammatoria multisistemica colpisce i più piccoli: da inizio pandemia cinquanta casi al «Papa Giovanni». D’Antiga: «Immunizzarli è sicuro»

Anche l’Aifa dice sì alla vaccinazione contro il Covid-19 per i bambini. Nella giornata di martedì 1 dicembre l’ente regolatorio italiano ha dato il via libera all’immunizzazione della fascia pediatrica, dai 5 agli 11 anni, dopo il parere positivo già espresso dall’Ema lo scorso 25 novembre.

E mentre negli Stati Uniti sono già milioni i bambini immunizzati, le prime vaccinazioni in Italia e nella Bergamasca dovrebbero scattare qualche giorno prima di Natale, con i bimbi a ricevere un terzo della dose prevista per adolescenti ed adulti. Una formulazione ridotta messa a punto da Pfizer (l’unica azienda ad avere ricevuto per ora il via libera alla vaccinazione pediatrica) negli studi di sperimentazione: il composto è stato testato in oltre duemila bambini, con un’efficacia dichiarata attorno al 90%.

Dall’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, e in particolare dal direttore della Pediatria Lorenzo D’Antiga, arriva un chiaro invito a vaccinare i bambini. Un invito che, prima di entrare nel merito della raccomandazione, risponde in maniera molto netta all’obiezione numero uno dei più scettici: perché vaccinare una popolazione che non rischia quasi nulla? «In casi rari, e ripeto rari, i bambini rischiano eccome – spiega D’Antiga –. Nel nostro ospedale da inizio pandemia abbiamo ricoverato 50 bambini fra i 5 e i 15 anni affetti da Mis-C, questa nuova malattia infiammatoria multisistemica indotta dal virus che, peraltro, noi del “Papa Giovanni” abbiamo descritto per primi in tutto il mondo . Metà dei bambini ricoverati da noi per questa patologia ha avuto bisogno di cure in terapia intensiva. Siamo riusciti a curarli tutti, e sono pienamente guariti. Ma, come dire, non è una malattia banale, trascurabile: parliamo di una sindrome che può portare allo scompenso cardiocircolatorio e che, nel mondo, qualche decesso l’ha causato».

Ma l’invito dell’ospedale, lo stesso lanciato dalla Società italiana di Pediatria, fa leva su molte altre basi . Motivazioni estremamente precise per cui raccomandare la vaccinazione fra i 5 e gli 11 anni. «La prima ragione sta nel profilo di sicurezza: probabilmente non esiste un altro farmaco così ampiamente testato nella popolazione pediatrica come il vaccino contro il Covid-19. La letteratura scientifica ci dice in maniera chiara che non sono emersi rischi connessi all’immunizzazione nei bambini. Chi teme per il rischio di miocardite e pericardite deve sapere in primis che si tratta di eventi avversi rarissimi, reversibili, curabili con una semplice terapia antinfiammatoria. E, in seconda battuta, che gli unici rarissimi casi registrati per ora hanno coinvolto la fascia adolescenziale, non quella pediatrica».

«Così una vita normale»

Oltre alla sicurezza, la seconda ragione per cui il direttore di Pediatria raccomanda la vaccinazione ha a che vedere con un vantaggio tutto diretto ai bambini: «Il vantaggio di assicurare loro una vita normale, senza isolamenti, quarantene. Senza didattica a distanza, senza assenza di sport. Dobbiamo difendere l’opportunità di andare a scuola, in presenza, di godere del confronto con gli altri, assolutamente necessario, e di tutti gli stimoli che ne derivano. Nel nostro ospedale abbiamo visto purtroppo gli effetti del lockdown sui bambini, con un’impennata di disturbi psichiatrici: ecco, dobbiamo scongiurare il rischio di tornare indietro». Ma c’è anche una terza ragione per raccomandare il vaccino: «Ad oggi in Lombardia i bambini sotto i dieci anni sono la seconda fascia in cui si annida maggiormente il virus. Vaccinando la popolazione pediatrica possiamo contrastare e limitare la sua diffusione, evitare la formazione di nuove varianti, e concorrere così alla fine di questa pandemia».

Secondo D’Antiga, non ci sono controindicazioni o patologie particolari che ostano alla vaccinazione dei bambini. «No, tutti i bambini possono ricevere la propria dose di anti-Covid, anche se è sempre opportuno consultare il proprio pediatra. Noi al “Papa Giovanni” vaccineremo anche i bambini sottoposti ad un trapianto di organi, aspettando naturalmente il momento in cui il loro sistema immunitario è nelle migliori condizioni».

Infine, un ultimo incentivo alla vaccinazione pediatrica viene dalla peculiarità del sistema immunitario dei bambini: «È un sistema che funziona molto bene, più di quello degli adulti – spiega il primario –. Ecco perché la vaccinazione in questa fascia d’età riesce ad assicurare un’ottima protezione. Ragione in più per non esitare e vaccinare i bambini».

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