Val Brembana, addio all’ultimo reduce. Si salvò dalla steppa a dorso di una mucca

Dino Bottani aveva 101 anni. Era l’unico soldato rimasto in Val Brembana partecipe della Seconda guerra mondiale. Martedì i funerali.

Anche l’ultimo reduce brembano della Seconda guerra mondiale è andato avanti.

È morto sabato pomeriggio, nella sua casa di via Castelli a San Giovanni Bianco, l’alpino Bernardo Bottani, conosciuto come Dino. Avrebbe compiuto 102 anni il prossimo 22 febbraio. Domani, alle 14,30, i funerali.

Bottani era originario della frazione Pianca di San Giovanni Bianco dove la famiglia gestiva un’osteria nei pressi della chiesa. Partì da giovane per il fronte della Seconda guerra mondiale, affrontando la terribile campagna di Russia. Qui, nel gennaio 1943, visse il momento più terribile della sua vita raccontato nel volume «Voci dall’inferno» del Centro storico culturale della Valle Brembana.

Abbandonato dai muli, trovò riparo in un pagliaio della steppa. Ma ormai non riusciva più a proseguire la marcia. Finché una notte, nel sonno, «sentii una voce che mi diceva “Alzati che vai a casa” - racconta Dino - . Mi alzai e vidi venire verso di me una piccola mucca e di nuovo la voce che mi diceva “Sali”. Fu la mia salvezza. Mi aggrappai all’animale e con un grosso sforzo riuscii a mettermi a cavalcioni sulla sua groppa».

«Rimanere in groppa a una mucca per giorni e notti non fu per nulla facile, però quando non ce la facevo più - continua Dino nel racconto - pensavo ai miei compagni che erano morti o ai feriti che erano abbandonati nella steppa, destinati a morire a loro volta, che invocavano la Madonna. E così trovavo quel poco di energie per continuare».

Dopo alcuni giorni Bottani riuscì a raggiungere, sempre a dorso della mucca, Nikolajewka, dove trovò un soldato di Pizzino. Qui i due ebbero ospitalità da una famiglia e riuscirono a riprendere le forze.

Bottani riuscirà miracolosamente a tornare a casa, seppure con i piedi congelati. Trovò lavoro come impiegato all’Enel mentre la famiglia vendette i beni alla Pianca e aprì una nuova osteria, ancora oggi funzionante, davanti alla parrocchiale di San Giovanni Bianco.

Sposatosi con Maria da cui ebbe il figlio Daniele, costruì casa in via Castelli.

Anche una volta andato in pensione è sempre stato socio attivo del gruppo alpini di San Giovanni Bianco, di cui venne nominato capogruppo onorario. E ricevette anche la tessera onoraria dell’Associazione battaglione alpini Tirano.

Fino all’età di 80 anni è stato l’organista della chiesa parrocchiale di San Giovanni Bianco e non mancava di prestare il suo servizio domenicale anche nella chiesa di origine, alla Pianca. Sempre partecipe alle attività del gruppo alpini e alle feste delle frazioni, con lui San Giovanni Bianco e la Valle Brembana perdono l’ultima straordinaria testimonianza vivente dell’assurdità della guerra e delle sue conseguenze. Testimonianza che per anni Dino Bottani non ha mancato di portare tra i più giovani.

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