Val Brembilla, restituita dai volontari
l’antica mulattiera sepolta dalla frana

Lo smottamento cancellò il percorso nel 2002. Mauro Ruggeri allora aveva perso tutto, anche la casa: la sua idea del recupero è piaciuta a molti.

Era il novembre del 2002 quando una grossa frana si portò via alcune case nella contrada di Camorone. E insieme alle abitazioni, anche l’antica mulattiera che univa Camorone al resto del paese. Oggi, dopo quasi 20 anni, i gradoni e il percorso sono riemersi dalla frana e dal bosco: grazie ad un appello sui social si sono presentati più di 30 volontari, anche da Milano, con picconi, motoseghe e badili, ma soprattutto con tanta voglia di riportare alla luce l’antico sentiero.

In quel terribile 2002 la famiglia di Mauro Ruggeri perse tutto, compresa la casa. Qualche anno dopo Mauro, suo fratello e sua madre hanno, caparbiamente, ricostruito le loro case sempre a Camorone, in una zona sicura, ma vicina a dove sorgeva prima. Ed è proprio a Mauro che un anno fa è venuta l’idea di provare a recuperare anche il vecchio tracciato ormai sepolto e ricoperto da un giovane bosco.

«L’idea ardita, ma affascinante, ha coinvolto subito il “Gruppo sentieri - Amici della storia”, molto attivo in paese – spiega Omar Gregis, il referente dei volontari -. In prima battuta Oliviero Carminati, volontario del gruppo, ha condotto una ricerca nell’archivio comunale ed ha scoperto una mappa napoleonica dell’800 in cui era descritta fin nei minimi dettagli la mulattiera che si voleva recuperare: tracciato, larghezze, curve, materiali impiegati, manutenzioni, tutto».

Picconi, badili e falcetti

Dopo un primo sopralluogo per valutare la fattibilità del progetto, si era compreso che si trattava di un’impresa in quanto, tranne che per brevi tratti, la mulattiera era completamente scomparsa. Mauro, aiutato da altri sparuti volontari, ha iniziato i primi interventi. «Dopo i faticosi primi lavori il morale della “truppa” è salito poiché qualche traccia del sentiero cominciava ad apparire – continua Giuliano Colasante, un volontario residente a Val Brembilla -. Si è deciso allora di chiedere aiuto in paese e sui social, organizzando una prima giornata di lavoro di gruppo ad aprile. Tra la sorpresa di tutti, e di Mauro in particolare, si sono presentate una trentina di persone armate di decespugliatori e motoseghe, picconi, badili e falcetti. Addirittura, sono venuti a dare una mano un sessantenne di Ranica, il cui nonno era originario di Camorone, e due ragazzi giovanissimi di Milano che avevano letto l’appello sui social». Per unirsi al gruppo qualcuno ha persino rinunciato al proprio lavoro, qualcuno si è fatto accompagnare dai figli, altri hanno portato «viveri» e una signora del posto ha lasciato persino una banconota da 50 euro per sostenere le spese di materiali ed attrezzi.

Il sentiero, lungo circa un chilometro, era stato tracciato: alcune sezioni originali della vecchia mulattiera erano riapparse, ma per lunghi tratti era necessario procedere con i picconi a ridisegnare nuove pendenze, curve, e gradini.

Lo stile alpino

«Con una seconda giornata di lavoro di gruppo la risposta è stata ancora molto incoraggiante. A dare una mano persino un signore di 84 anni di Lainate, Gianfranco Vallortigara, grande appassionato della nostra valle: si è presentato a Camorone di buon’ora, in perfetto stile alpino – spiega il volontario Sergio Carminati . Il tracciato è stato notevolmente migliorato, allargato, ammorbidito dove le pendenze erano troppo ardite, nuovi gradoni sono stati ricavati. Il sentiero è ora percorribile in meno di mezz’ora partendo dal bivio che dalla strada provinciale sale a Camorone: l’obiettivo è quello di concludere i lavori per novembre del prossimo anno in occasione dei vent’anni dalla frana».

Per portare a termine gli ultimi interventi migliorativi il gruppo si dovrà riunire e fare presto un altro appello sui social. «In modo del tutto imprevisto abbiamo rispolverato un senso di comunità che forse non è mai davvero sparito, si era solo appisolato momentaneamente – conclude Omar -. E ancor più bello, è pensare che all’appello hanno risposto calorosamente tante persone estranee a Camorone e si sono attivate per una causa, un sentiero ormai perduto, che, erroneamente, pensavamo non avrebbe smosso nessuno. Ed invece probabilmente il senso di comunità allargata, di partecipazione, riesce ad esprimersi al meglio proprio in occasioni come queste, in cui la sfida sembra talmente spericolata ed inutile. A pensarci bene questa attitudine sarebbe, anzi è, tremendamente utile anche in altri campi della vita, specialmente in questo periodo balordo che stiamo attraversando».

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