Vittima di bullismo accolta dal Papa
«Mi ha dato forza e sicurezza»

La sua vita, ancora giovanissima, ha vissuto momenti da incubo. Mercoledì a Cracovia– dove in questi giorni è in corso la Giornata mondiale della gioventù – si è trasformata in una favola.

Perché è proprio in quei momenti di sofferenza che Andreea – una ragazza di 17 anni di origine romena, ma che ha trascorso circa metà della sua vita in Italia – ha trovato la forza di essere quello che è oggi, una studentessa del Liceo scientifico di Trescore con davanti una vita piena di prospettive. Ma soprattutto è grazie a quei momenti di sofferenza che Andrea ha avuto l’opportunità di realizzare quello che per molti ragazzi più fortunati di lei sotto altri aspetti è destinato a restare un sogno: incontrare, a tu per tu, Papa Francesco.

Andreea Dumitrescu, 15 anni compiuti il 19 febbraio scorso, è nata a Moldova Noua, una città nell’Ovest della Romania. Da 7 anni vive a Bolgare, dove l’impatto con la nuova realtà – già di per sé difficile per una bimba di quell’età – non è stato certo agevole. Un inserimento difficile,

che oggi, a posteriori, non va inquadrato in un contesto di razzismo, quanto di vero e proprio bullismo: «Avevo 9 anni – racconta Andreea – ed ero appena arrivata in Italia. Ero nuova e gli altri ragazzi mi prendevano in giro. Mi chiamavano “giraffa”. Poi, con gli anni, le offese sono diventato più pesanti. Anche sui social. No, non credo mi prendessero in giro per la nazionalità. Ero diventata vittima di bullismo, e questo è durato fino ai miei 14 anni. Stavo male, mi avevano isolato, mi sentivo esclusa dal gruppo. Avevi attacchi di panico e ho addirittura pensato di farla finita. Molti mi evitavano, ero diventata come invisibile. Non volevo più andare a scuola. Per fortuna i miei genitori si sono accorti della cosa, e ho iniziato un percorso in ospedale, che mi ha dato la spinta giusta. Ho capito che non ero sola: io ho creduto in me stessa e la mia famiglia mi ha sostenuto. Ho avuto la forza di rialzarmi, non potevo farmi schiacciare da quella situazione».

Andreea cresce, e racconta la sua storia durante alcuni incontri dedicati al tema del bullismo. Una storia che finisce sui quotidiani nazionali, e poi su Tv Sat2000, l’emittente della Conferenza episcopale italiana, in cerca di giovani che avessero alle spalle storie particolari, per un incontro con Papa Francesco. E l’incontro avviene mercoledì sera a Cracovia, dalle 20,30 alle 21: «Eravamo in cinque – racconta Andreea, appena tornata dalla polonia –: io, una ragazza pugliese e altri tre veronesi. Ho scelto di accogliere questo invito per essere di aiuto agli adolescenti che stanno vivendo situazioni difficili, come la mia. All’incontro con il Papa siamo saliti sul palco tutti e cinque e abbiamo raccontato la nostra storia. Poi ognuno ha fatto una domanda al Papa. Io gli ho chiesto: “Come si perdona davvero?”. E lui: “ Possiamo provare a perdonare, ma non si dimenticano le persone che ci hanno fatto del male. Solo con la misericordia divina, un giorno non ci sarà più rabbia”».

«Ero ansiosa – racconta ancora Andreea – non sapevo cosa dire davanti al Papa. Ero emozionata. Sono onorata di questo incontro. Mi ha dato forza, sicurezza: mentre raccontavo quello che mi è successo avevo davanti una persona che stava capendo il disagio che avevo vissuto. Mi sono sentita ascoltata».

Monica Armeli
Sara Sacchi

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