Ztl, nove multe su 10 ai non residenti
Ma il 40% dei sanzionati non paga

Circa 300 al giorno le auto immortalate senza permesso nelle zone a traffico limitato. Molte straniere, in arrivo dalla Germania. Le raccomandate costano 370 mila euro.

Occhio elettronico vede, portafoglio duole. Tra cinque minuti a partire da adesso una delle telecamere che vigilano sulle zone a traffico limitato di Bergamo scatterà una fotografia che si trasformerà presto in multa. Sono poco più di 300 al giorno le sanzioni che vengono accertate dai varchi elettronici in Città Alta e città bassa. Nel 2018 hanno superato di poco la soglia di 112 mila, in aumento nonostante l’accensione delle ultime telecamere, in viale Vittorio Emanuele e Largo Belotti, risalgano ormai a qualche anno fa. Ora per la prima volta è possibile scoprire chi sono gli «improvvidi» bersagli che transitano sotto l’occhio infallibile nonostante le chiare insegne luminose che vietano l’accesso 24 ore su 24 nel caso della cerchia ristretta di Città Alta oppure a orari alterni nei week end.

Il database dei multati

Grazie al database completo messo a disposizione dalla Polizia locale è possibile risalire a tutti i paesi di residenza dei multati. I cittadini bergamaschi sembrano conoscere (abbastanza) bene la città e le sue regole: nonostante le probabilità di passaggio più alte rispetto a un turista solo il 15% del totale delle sanzioni è arrivata in città. Sono solo 18.389, mentre le rimanenti 93.161 raccomandate da 81 euro sono state spedite in altri Comuni della provincia, ma soprattutto nel resto d’Italia e all’estero. E qui arrivano i dati curiosi, perché tra le provenienze dei multati si possono trovare casi davvero strani, come targhe costaricane oppure dalla Virginia, negli Stati Uniti. Molte arrivano da Regno Unito, dalla Russia, sei da Tallin, capitale dell’Estonia. La Germania però la fa da padrone con sanzioni spedite in ogni angolo della nazione.

Scendendo in Italia e rientrando nei confini nazionali, Bolzano è la città dopo Bergamo con il maggior numero di multati, ben 8.053. Trento invece è al terzo posto con 3.860. Non siamo di fronte a un’invasione di turisti alto atesini. Il motivo è presto spiegato: nel 2012 le due Province autonome sono le uniche in tutta Italia a non aver aumentato la tassa di trascrizione e quindi molti grandi aziende di noleggio auto e di leasing hanno deciso di immatricolare le loro flotte proprio a Bolzano e Trento.

Al quarto posto Milano ecco con 2.890, poi c’è il primo Comune bergamasco, Seriate, con 1.823 multati. Completano la top 10 Aosta (1.679), Roma (1.609), Dalmine (1.287), Laives in Trentino Alto Adige con 1.194 (stessa motivazione di Trento e Bolzano) e infine Scandicci con 944. Più la provenienza è lontana, più costa a Palafrizzoni spedire la raccomandata. E non è un caso che l’anno scorso siano serviti qualcosa come 370 mila euro solo di spese di spedizione verso l’estero. Una cifra considerevole, anche se minima rispetto ai quasi 13 milioni di multe (comprese quelle accertate dagli agenti di polizia locale, per un totale di 199.944 sanzioni) staccate solo nel 2018. Anche quest’anno, come confermato dall’assestamento di bilancio, non ci sono stati ritocchi all’insù.

Quanti non pagano?

La domanda che molti si fanno è: «Sì, ma poi pagano?» Non tutti, nemmeno tra gli italiani. Secondo gli ultimi dati disponibili infatti Palafrizzoni non riesce ad incassare circa il 40% del totale delle multe.

Gli arretrati complessivi accumulati nelle gestioni degli ultimi anni ammontano a circa 12,7 milioni di euro, a cui vanno ad aggiungersi le mancate riscossioni di tasse come Imu, Tasi, Tari e la tassa di soggiorno. Per quest’ultima il Comune ha stretto un accordo direttamente con Airbnb per velocizzare le operazioni delle strutture extra alberghiere e soprattutto per abbattere l’evasione. Avere dei crediti che ci si porta dietro da anni non significa che Palafrizzoni ha «barato» sui conti.

Esiste infatti un fondo, chiamato didascalicamente «crediti di dubbia esigibilità» da cui ogni anno il bilancio attinge per coprire i «buchi» lasciati da tasse e multe non pagate.

Si tratta di risorse che vengono congelate nelle casse, anche se Palafrizzoni - che in fatto di bilanci ha una tradizione decisamente virtuosa - utilizza solo le quote realmente incassate per finanziare i servizi. Al contrario, molti altri Comuni gonfiano le cifre trovandosi poi a dover approvare spese e investimenti sulla base di previsioni poco realistiche.

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